È arrivato in commissione Bilancio il testo di legge messo a punto da Manuela Ghizzoni (Partito Democratico) e Maria Marzana (Movimento 5 Stelle) per risolvere il nodo della cosiddetta “Quota 96”: circa 4 mila dipendenti del personale scolastico con 61 anni e 35 di servizio, o 60 più 36, che non sono andati in pensione a causa dell’introduzione delle norme previste dalla Riforma Fornero (che non ha tenuto conto della struttura del calendario scolastico). La proposta, che deve ottenere l’ok decisivo, ha già subito rallentamenti. Abbiamo contattato proprio Manuela Ghizzoni che ci ha esposto il provvedimento.



Facciamo chiarezza: cosa prevede il testo presentato insieme alla collega Marzana?

La proposta di legge si propone i consentire a una platea circoscritta di lavoratori (sono circa 4mila) della scuola – insegnanti, personale ATA, tecnico e amministrativo – di andare in pensione dal primo di settembre 2014 (e dunque alla fine di questo anno scolastico) se possiedono i requisiti che valevano per il pensionamento nell’anno scolastico 2011-2012



Anno in cui è entrata in vigore la Legge Fornero…

Appunto: la Riforma Fornero non ha tenuto conto della specificità della scuola. La scuola è infatti l’unico settore – tanto del pubblico quanto del privato – che ha una sola finestra in uscita, che è il primo settembre di ogni anno, indipendentemente dal giorno e dal mese in cui si maturano i requisiti. Dunque, per una questione di continuità didattica questi lavoratori vanno in pensione quando finisce l’anno scolastico. E aggiungo…

Prego.

Tutte le riforme previdenziali precedenti hanno sempre tenuto conto con norme ad hoc di questa specificità. La Riforma Fornero no.



Cos’è successo dunque?

All’inizio dell’anno scolastico 2011-2012 abbiamo avuto lavoratori che hanno iniziato un percorso nella convinzione di andare in pensione (in quanto avrebbero maturato i requisiti nel corso dell’anno) che si sono invece visti imbrigliati nella rete della riforma. La nostra proposta è che i lavoratori che in quell’anno scolastico avrebbero acquisito i diritti al pensionamento con le norme previgenti alla Fornero possano andare in pensione dall’1 settembre di questo anno. Ma ci sono due valutazioni da fare…

Quali?

La prima è la volontà di rimediare a un errore (che non aveva precedenti nel settore scolastico); la seconda riguarda l’età del corpo docente…

 

Anziano? Sono previsti, di rimbalzo, meccanismi d’entrata?

Lo dico con rispetto e dispiacere: abbiamo il corpo docente (e più in generale il personale scolastico) più anziano d’Europa. Quindi certo, con l’approvazione di questo provvedimento – oltre a rimediare a un errore – si consentirebbe un conseguente ringiovanimento della classe docente

 

Il provvedimento ora è sotto esame alla commissione bilancio della Camera…

È stato, prima, in commissione Lavoro per diversi mesi: ha subito uno stop e lo abbiamo modificato – e migliorato – accogliendo le obiezioni poste dal Ministero dell’Economia e dalla ragioneria dello Stato. Ora siamo al passaggio cruciale.

 

Teme un ulteriore stop?

Non mi esprimo. Noi abbiamo lavorato al meglio per rendere il testo solido sotto tutti i punti di vista.

 

(Fabio Franchini)

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