Come annunciato dal premier Matteo Renzi, i contenuti del Jobs Act verranno resi noti mercoledì prossimo, ma i nodi da sciogliere sono ancora molti. Nei giorni scorsi hanno preso il via i primi contatti tra il ministro del Lavoro Giuliano Poletti e i sindacati, “un puro giro d’orizzonte” in cui “l’unica cosa netta è il proseguire rapidamente sulla Garanzia Giovani”, come ha spiegato il leader della Cgil Susanna Camusso al termine del faccia a faccia. Tanti i temi sul tavolo intorno ai quali permangono dubbi e incertezze, dalla pensione anticipata 2014 Inps fino al sussidio di disoccupazione, dal taglio del cuneo fiscale alla questione esodati. Il problema principale, come sempre, rimane quello di scoprire dove potranno mai essere prese le risorse necessarie per finanziare questi interventi, risorse che dovranno essere erogate in modo continuo e che andranno a sommarsi, come ha chiaramente spiegato l’ex ministro Cesare Damiano sull’Huffington Post, “a quelle relative alle restituzione dei debiti della pubblica amministrazione, al Fondo di garanzia per le piccole e medie imprese e al costo della universalizzazione degli ammortizzatori sociali”.
Innanzitutto, ha scritto Damiano, “Renzi deve onorare l’impegno preso con i cosiddetti esodati, al fine di risolvere definitivamente questo drammatico problema sociale, e porsi l’obiettivo di modernizzare un sistema previdenziale reso troppo rigido e socialmente iniquo dalla riforma Fornero”. Il Pd ha dunque suggerito “di inserire un criterio di flessibilità per consentire ai lavoratori di andare in pensione in un’età compresa tra i 62 e i 70 anni”, e vorrebbe che il nuovo ministro del Lavoro, Giuliano Poletti, esaminasse la proposta. Altrimenti potrebbe anche tornare in voga l’ipotesi di pensionamento anticipato con prestito Inps avanzata qualche tempo fa da Enrico Giovannini. Come detto, però, i dubbi sono ancora molti.