Chi l’avrebbe mai detto un anno fa, quando il Consiglio d’Europa approvava con 6 miliardi di finanziamento la misura di politica attiva del lavoro “Garanzia Giovani” (finalizzata a offrire un tirocinio, un apprendistato, un inserimento lavorativo o la ripresa di un percorso formativo ai giovani europei sotto i 25 anni) che proprio la Regione del “bugia nen” sarebbe stata la prima in Italia a partire con l’attuazione del piano operativo nazionale? Infatti, con un mese di anticipo rispetto al via ufficiale, annunciato per il prossimo 1° maggio (e due mesi su quello reale, causa norme sulla “par condicio” per le eezioni europee) è stato presentato in questi giorni a Torino, durante la manifestazione fieristica “Io lavoro”, il piano di attuazione operativo della Garanzia Giovani Piemonte, finanziato con fondi propri, pari a 5,5 milioni di euro, residuati dalla programmazione del Fondo sociale europeo 2007-2013.



È da sottolineare il notevole passo in avanti attuato dall’assessorato al Lavoro piemontese in tema di organizzazione dei servizi al lavoro: si è abbandonata (speriamo definitivamente!) la logica dei bandi, che imponeva la necessità di costruire ogni volta dei raggruppamenti tra operatori e imperniati sulle attività da svolgere a rendicontazione, per approdare a un virtuoso sistema competitivo pubblico-privato il cui driver è la concreta opportunità di inserimento lavorativo (il placement!) dei giovani, con pagamento in modalità prevalentemente “a risultato” dei servizi di accompagnamento al lavoro svolti da operatori pubblici o privati accreditati all’albo regionale.



A oggi ci consta che solo altre 4 Regioni stiano per adottare un modello similare: oltre alla consolidata Lombardia, che già da anni ha intrapreso con successo la strada della valorizzazione degli operatori privati remunerandoli prevalentemente a risultato occupazionale raggiunto, abbiamo notizia che anche il Lazio, la Campania e l’Abruzzo stiano lavorando alacremente per la costruzione del sistema di accreditamento regionale degli operatori privati al fine del loro coinvolgimento operativo per l’attuazione della Garanzia Giovani.

Come faranno le altre Regioni che hanno deciso di non avvalersi del contributo degli operatori privati a fare in modo che i giovani che si iscriveranno al programma vengano convocati in tempi ragionevoli da un operatore competente per l’attivazione del servizio previsto per loro? Come ha preconizzato Guy Rider, Direttore Generale dell’Ilo, in un recente convegno a Bruxelles, la comunicazione pubblica di questa iniziativa innalzerà fortemente le speranze della popolazione giovanile e di chi vive con loro, con il rischio che l’attivazione di un’attesa senza poi corrisponderla nei fatti si traduca in un boomerang sociale dalle conseguenze imprevedibili.



Inoltre, l’Italia, che più di altri ha spinto la Commissione europea per l’adozione di questa misura e che è il secondo in classifica tra i paesi beneficiari dei fondi appositamente stanziati, si gioca la faccia davanti a tutti, anche in vista della Presidenza di turno dell’Unione, che partirà il 1° luglio prossimo e che proprio a Torino ospiterà l’11 luglio la conferenza europea sui giovani.

Di fronte a queste sfide, le Agenzie per il lavoro sono pronte a dare al Paese il proprio contributo per accompagnare i giovani al lavoro, laddove le Regioni vorranno avvalersene, dimostrando con i placement che la loro collaborazione è fondamentale quando si vogliano raggiungere risultati concreti!

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