Dare la possibilità di accedere alla pensione anticipata grazie al prestito. E’ questa l’idea, inizialmente lanciata da Enrico Giovannini ma poi accantonata dopo la fine del governo Letta, che ha ripreso il ministro del Lavoro Giuliano Poletti per rimediare agli effetti negativi della riforma Fornero. La soluzione appare semplice, ma gli ostacoli non mancano: l’ipotesi è quella di mandare in pensione i lavoratori un anno prima del conseguimento dei requisiti necessari, con l’Inps che inizia a pagare la pensione e il datore di lavoro che invece si impegna a coprire i dodici mesi di contribuzione mancanti. Il prestito verrebbe poi restituito dal pensionato attraverso trattenute di qualche decina di euro al mese sull’assegno previdenziale, senza interessi né costi per lo Stato. “Ci sono tante imprese che sarebbero disponibili ad anticipare una buonuscita perché hanno bisogno di ricambio”, ha detto Poletti un paio di settimane fa a Repubblica Tv. “Sto lavorando a un’idea molto semplice: ti manca un anno al pensionamento? Ti do un assegno che non è la pensione fino a quando raggiungi i termini. Per questo anno la tua impresa continua a pagare i contributi previdenziali come tu fossi tornato a lavorare e l’assegno che ti ho dato in parte me lo restituisci nei tuoi 30 anni di pensione e un po’ te lo paga lo Stato”. In questo caso, quindi, le aziende e gli istituti previdenziali coprirebbero solo in parte i costi della contribuzione. Il maggior problema da risolvere riguarda l’eventuale disponibilità dell’Inps: vista la necessità di trovare ancora un miliardo di euro per la cassa integrazione in deroga, non è detto che l’istituto di previdenza accetterà l’ipotesi immaginata dal ministro.