Due sentenze, quella in primo grado adesso la conferma da parte del giudice del lavoro, condannano Atm per discriminazione nei confronti dei padri lavoratori. Un operaio aveva denunciato l’azienda dei trasporti milanesi perché, assente dal lavoro per tre giorni per assistere il figlio malato, aveva subito il taglio dallo stipendio di 253 euro corrispondenti ai giorni di assenza. Nel contratto di lavoro collettivo è infatti previsto per le donne il diritto al congedo retribuito in caso di malattia di figli inferiori ai 3 anni di età per un totale di dieci giorni nei primi tre anni di vita del figlio. L’operaio ha dunque presentato denuncia per discriminazione di genere: il contratto prevede che agli uomini spetti tale agevolazione solo se “la madre rinunci alla fruizione del permesso con apposita nota comunicata sia all’azienda della lavoratrice sia a quella del padre”. Un padre che ha la moglie disoccupata, è single o ha un contratto diverso non ha dunque diritto allo stesso trattamento. Ecco la denuncia dell’operaio: “a parità di ogni altra condizione, il genitore di un sesso è trattato meno favorevolmente del genitore dell’altro sesso”. Per i giudici, Atm ha violato il diritto di parità di trattamento fra uomini e donne.



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