L’esecutivo nazionale USB Pubblico impiego in una nota ufficiale fa sapere che lo sciopero del 19 giugno viene confermato. Questo perché, si legge, il documento inviato dalla Funzione pubblica ai sindacati in vista dell’incontro previsto il 12 giugno è stato respinto. Nel documento, dice USB, non viene presentata alcuna proposta di stabilizzazione dei 250mila lavoratori precari della pubblica amministrazione non viene proposta alcuna alternativa ai tagli di funzione e servizi. Viene invece introdotta la mobilità forzata, la chiusura di centinaia di presidi locali e demansionamento die lavoratori in caso di esubero e infine l’accorpamento degli enti di ricerca. Sciopero confermato dunque,
Mobilità obbligatoria ma niente prepensionamento per i dipendenti statali. Il governo fa un passo indietro e frena sul cosiddetto “esonero dal servizio” che avrebbe dovuto anticipare la pensione per i lavoratori vicini alla fine della carriera per fare largo ai giovani e garantire la tanto annunciata staffetta generazionale. Lo stop, scrive oggi il Corriere della Sera, è probabilmente legato al “no” dei lavoratori del settore privato, per i quali è ancora in parte vivo il problema esodati. Il ministro Marianna Madia ha convocato i sindacati per giovedì prossimo, 12 giugno, alla vigilia del Consiglio dei ministri durante il quale si dovrebbe dare il via libera proprio alla riforma della Pubblica amministrazione. Iniziano dunque a circolare le prime bozze del documento che il ministro presenterà ai sindacati, testo che inizialmente avrebbe dovuto prevedere il prepensionamento. Nonostante lo stop, per garantirsi l’appoggio dei sindacati, sembra che l’esecutivo abbia intenzione di promettere di tornare presto a parlare di rinnovo del contratto, fermo dal 2009, anche se probabilmente il dibattito riprenderà solamente a riforma già approvata. Dovrebbe anche essere confermata la cosiddetta “opzione-donna”, cioè garantire alle lavoratrici che scelgono il regime contributivo la possibilità di andare in pensione con i requisiti precedenti alla riforma Fornero.