In Italia nel 2012 il tasso di disoccupazione giovanile, tra i 15 ed i 24 anni, è stato pari al 35,3%. Nel Mezzogiorno, in particolare, questo dato si avvicinava, nelle rilevazioni di quell’anno, al 47%. Più in generale i giovani tra i 15 e i 24 anni Neet (Not in education, employment or training) nel nostro Paese sono stimabili in circa 1,27 milioni (di cui 181 mila stranieri) e rappresentano il 21% della popolazione di questa fascia di età.



In questo quadro, e in coerenza con una raccomandazione europea dedicata, si è, quindi, avviato, anche in Italia, dal Primo Maggio 2014, il percorso di definizione della “Youth Guarantee”: la Garanzia per i Giovani che impegna gli Stati europei a garantire a tutte le persone di età inferiore ai 25 anni, limite elevato a 29 nel caso italiano, l’opportunità di ricevere, entro un periodo di quattro mesi dall’inizio della disoccupazione o dall’uscita dal sistema di istruzione formale, un’offerta qualitativamente valida di lavoro, proseguimento degli studi, apprendistato o tirocinio.



Tale programma viene realizzato mediante la definizione di un unico Programma operativo nazionale (Pon) presso il ministero del Lavoro, che vede le Regioni come organismi intermedi. In particolare, le Regioni si impegnano a sostenere le spese relative alle misure erogate da altre amministrazioni nei confronti dei giovani residenti sui propri territori sulla base del principio della contendibilità dei servizi.

I dati ci dicono che al 12 giugno 2014 si sono registrati, attraverso il sito nazionale www.garanziagiovani.gov.it o i portali regionali dedicati, a Garanzia Giovani ben 82.713 giovani. La maggior parte di loro risiede in Campania, il 20% del totale, seguono poi la Sicilia con il 16% e il Lazio con l’8%. In termini anagrafici, il 49% delle registrazioni ha interessato i giovani di età compresa tra i 19 e i 24 anni, mentre sono pari al 47%, quelle che hanno interessato giovani dai 25 ai 29. Rappresentano, altresì, solo il 4%, i giovani dai 15 ai 18 anni.



Accanto a questo monitoraggio del ministero del Lavoro si affianca, tuttavia, quello periodico dell’Unione europea sullo stato d’implementazione del Programma. La realizzazione degli obiettivi della Garanzia Giovani richiede, infatti, riforme strategiche per ottenere transizioni di maggiore successo dalla scuola al mercato del lavoro. È quindi necessario per gli stati membri operare per rafforzare la capacità dei servizi pubblici per l’impiego e riformare, talvolta anche profondamente, i propri sistemi di istruzione e formazione. In questa prospettiva, l’Europa sottolinea la necessità, per il nostro Paese, di affrontare alcune sfide cruciali al fine di fornire, nel miglior modo possibile, ai giovani italiani le opportunità della Youth Guarantee.

Si evidenziano, in particolare, alcuni elementi di criticità quali la mancanza di risorse sufficienti nei servizi pubblici per l’impiego e l’uso limitato di questi sportelli da parte di chi cerca lavoro; una struttura poco chiara di incentivi per i giovani a registrarsi, la necessità di un efficace e continuo coordinamento tra i diversi livelli di governo e di un maggiore impegno del settore privato.

Infatti, anche se viene riconosciuto l’impegno, l’Europa esprime preoccupazioni sulla capacità del nostro Paese di rendere realmente efficace il programma per la mancanza di una prospettiva di attuazione a lungo termine.

È quindi ora il tempo della responsabilità politica, in particolar di “mister 40,8%”, chiamata a dare risposte convincenti, non tanto all’Europa, ma ai giovani italiani che chiedono, anche grazie a iniziative come questa, di poter tornare a sperare in un futuro migliore per se stessi, le loro famiglie e il Paese.

 

In collaborazione con www.amicimarcobiagi.com