Cesare Damiano, il giorno della vigilia della discussione del disegno di legge sugli esodati alla Camera, ha scritto un articolo per Cronache del Garantista, il nuovo quotidiano di Piero Sansonetti. L’ex ministro spiega che il Governo Renzi ha preso un importante impegno per “individuare una soluzione strutturale al problema pensionistico nel corso della discussione della prossima legge di stabilità, utilizzando un insieme di proposte che vanno dalla flessibilità a partire dai 62 anni di età e con le penalizzazioni, alla ‘quota 100’, dall’adozione del ricalcolo contributivo per chi sceglie di andare in pensione anticipatamente, al prestito pensionistico. Tutte queste soluzione, sulle quali continuerà la discussione, prevedono che il lavoratore abbia un minimo di 35 anni di contributi”. “Per noi sarebbe preferibile scegliere la strada della flessibilità a 62 anni, anche con una penalizzazione”, ha aggiunto Damiano. “In questo modo – ha poi concluso – daremmo anche una mano a risolvere il problema della disoccupazione giovanile”.
Finora non si era visto praticamente nulla in tema di pensioni ed esodati da parte del Governo Renzi. Ora qualcosa, grazie all’azione del Parlamento, si sta muovendo. In particolare è la commissione Lavoro della Camera, guidata da Cesare Damiano, a essersi mostrata, come già avvenuto in passato, molto sensibile al tema. E così dopo aver prodotto un disegno di legge unificato, questo passerà alla discussione dell’aula a partire da mercoledì. Il Governo Renzi, attraverso il ministro del Lavoro, Giuliano Poletti, ha presentato un emendamento che garantisce una copertura per altri 32.100 lavoratori che si aggiungono ai circa 140.000 esodati già salvaguardati con i cinque provvedimenti già adottati nel corso degli ultimi tre anni, da quando è entrata in vigore la legge Fornero. La commissione Lavoro è parzialmente soddisfatta di quanto fatto dall’esecutivo. Ci sono infatti ancora diverse persone che sono rimaste senza lavoro e lontane dalla pensione. I deputati volevano poi cancellare le penalizzazioni per coloro che andavano in pensione a 62 anni. Senza dimenticare il caso “Quota 96”, gli insegnanti per i quali l’accesso alla pensione è stato impedito perché il conteggio degli anni necessari è stato fatto in base agli anni solari e non a quelli scolastici, come dovrebbe avvenire per chi esercita tale professione. Si tratta di errori, ha spiegato Damiano, ai quali il Governo Renzi deve porre rimedio.