Mentre il disegno di legge sugli esodati ha cominciato il suo iter di discussione alla Camera, spunta fuori quello che viene definito quasi un “condono” per l’Inps. Il Corriere della Sera scrive infatti che il 5 luglio verranno azzerati gli errori commessi dall’Istituto nazionale di previdenza sociale nel calcolo delle pensioni degli italiani dal 2011 in poi. In pratica, dopo tale scadenza, non sarà più possibile chiedere un rimborso nel caso si registrino errori di calcolo nelle pensioni del passato. Tutto per far fede a una norma contenuta nella legge 111/2011, che introduce un termine di cadenza triennale (finora il termine era di dieci anni) per il diritto dei pensionati a ricorrere in giudizio contro gli errori dell’Inps. Secondo i calcoli della Fondazione studi dei Consulenti del lavoro, circa il 38% delle pensioni contiene degli errori di calcolo. Chi ha presentato già ricorso non incorrerà in alcuna scadenza. In ogni caso l’Inps ha fatto sapere di essere disponibile a rivedere eventuali errori di calcolo, indipententemente dalla scadenza inidicata dalla legge.



C’è attesa per sapere quale sarà l’esito dell’esame della Camera sul disegno di legge sugli esodati messo a punto dalla commissione Lavoro, con la collaborazione del Governo Renzi. Se non emergeranno ostacoli e i tempi saranno rapidi, presto potrebbe arrivare in porto il sesto provvedimento di salvaguardia per coloro che, in seguito alla legge Fornero, sono rimasti senza lavoro e senza pensione. Cesare Damiano, presidente della commissione di Montecitorio, ha scritto oggi un articolo per Europa, che chiude segnalando i problemi che resteranno aperti anche se il ddl verrà approvato. “Tra i numerosi problemi non ancora risolti vogliamo segnalare alcuni errori veri e propri: le ricongiunzioni per coloro che hanno versato i contributi all’Inpdap e all’Inps e che, per avere un’unica pensione, debbono versare due volte i contributi (una “svista” del governo Berlusconi); i macchinisti delle ferrovie che non sono stati inseriti nelle armonizzazioni pensionistiche (immaginiamoci un conduttore di Frecciarossa con 67 anni di età); gli insegnanti di “Quota 96” che non vanno in pensione perché il governo Monti non si è accorto che il calendario scolastico non inizia dal primo gennaio. A questi errori bisogna porre rimedio, accanto al fatto che nella legge di stabilità andrà individuata una soluzione strutturale per correggere l’attuale situazione”.



Il testo arriverà oggi in aula alle 16:00. La relatrice del testo sarà Marialuis Gnecchi, del Partito democratico. In ogni caso i sindacati non sembrano soddisfatti. Susanna Camusso, Segretario generale della Cgil, lamenta il fatto che anche questo esecutivo affronta il tema degli esodati con “toppe” e non con provvedimenti strutturali: “È evidente che di salvaguardia in salvaguardia si continua a perpetrare un’ingiustizia nei confronti dei lavoratori e delle lavoratrici”. Anche Maurizio Petriccioli, segretario confederale della Cisl, evidenzia che l’emendamento del governo “non rappresenta una soluzione strutturale al problema”.

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