Come ormai ben noto la Youth Guarantee, il Piano europeo per la lotta alla disoccupazione giovanile, prevede che gli Stati membri dovranno garantire ai giovani al di sotto dei 25 anni, 29 in Italia, un’offerta qualitativamente valida di lavoro, proseguimento degli studi, apprendistato o tirocinio entro quattro mesi dall’inizio della disoccupazione o dall’uscita dal sistema d’istruzione formale.



In particolare, l’Europa chiede a tutti gli enti che offrono tirocini e apprendistati di sottoscrivere un impegno a rispettare standard di qualità e ad applicare un codice di condotta chiaro e coerente. Si sollecitano, inoltre, gli stessi soggetti responsabili delle politiche pubbliche ad adottare un sistema di certificazione che assicuri il riconoscimento delle conoscenze e delle competenze acquisite durante tali periodi di formazione.



La Carta europea della qualità per i tirocini e gli apprendistati propone così che la durata di tali misure e le mansioni svolte dal giovane corrispondano a obiettivi specifici di apprendimento concordati con lo studente all’inizio del percorso. A tal fine, inoltre, durante l’intero periodo il giovane dovrebbe essere seguito e consigliato da uno o più tutor appositamente formati a svolgere questo compito. I giovani in internship, infatti, non dovrebbero mai essere utilizzati in sostituzione di lavoratori ma svolgere solo attività coerenti con il progetto formativo definito dai vari soggetti coinvolti.



I tirocinanti e gli apprendisti hanno diritto, sempre secondo la carta europea, a essere rimborsati dei costi sostenuti o in alternativa di fruire gratuitamente di vitto, alloggio e titoli di viaggio per i trasporti pubblici e a una “retribuzione dignitosa”.

La realtà sembra, tuttavia, essere, ahimè, un po’ diversa, almeno secondo le associazioni che hanno promosso la settimana scorsa la giornata europea dei tirocinanti. Queste si propongono, con iniziative del genere, di far crescere la consapevolezza circa le condizioni di precarietà dei tirocinanti e invitare le istituzioni competenti a definire nuove soluzioni per promuovere l’occupazione giovanile anche attraverso il ricorso a tirocini che prevedano una giusta retribuzione e una formazione di qualità. In questo quadro si avanza la proposta di lanciare, per la prima volta, una sorta di “bollino” di qualità dei tirocini.

In Europa sono, infatti, oggi circa 4 milioni e mezzo i giovani studenti e laureati che vivono, ogni anno, un’esperienza di tirocinio. Tuttavia, ben il 40% dei tirocinanti non ha l’accesso a schemi di protezione sociale, il 59% di questi giovani non viene pagato e il 30% degli stessi è coinvolto in percorsi senza adeguati contenuti formativi, caratterizzati da poca chiarezza delle mansioni affidate e che non portano all’acquisizione di competenze facilmente spendibili nel mercato del lavoro.

In questo quadro l’implementazione a livello comunitario della Youth Guarantee rappresenta un’opportunità unica da cogliere per rilanciare un prezioso strumento di promozione dell’occupazione dei giovani superando alcune storture che, tuttora, caratterizzano la sua concreta attivazione. L’Italia rappresenta certamente, in questo contesto, uno dei paesi con una situazione meno critica, ma, in ogni caso, questo non ci può bastare e deve, altresì, stimolarci a lavorare per rendere questa misura uno strumento, sempre maggiormente di qualità, in mano ai giovani per costruirsi il proprio futuro professionale.

 

In collaborazione con www.amicimarcobiagi.com