È stata presentata ieri la relazione che annualmente viene predisposta dall’Inps per illustrare i risultati dell’attività svolta dall’Istituto nel corso dell’anno precedente, ma, anche, per offrire un quadro, da un punto di vista privilegiato, dello stato di salute del nostro Paese. È, inoltre, opportuno segnalare come, dopo “l’era Mastrapasqua”, sia stato il nuovo Commissario straordinario Vittorio Conti a fare, per la prima volta, il padrone di casa. Tuttavia, sebbene sia cambiato l’anfitrione, non è mutato, sostanzialmente, il difficile quadro d’insieme che ci viene delineato dal rapporto.
L’istituto di previdenza ci ricorda, infatti, come nel periodo 2009-2013 le ore autorizzate di Cassa integrazione abbiano superato, in media, il miliardo all’anno, rispetto ai 184 milioni registrati prima della crisi nel 2007. Quasi 1,5 milioni sono stati quindi, nel solo 2013, i beneficiari di trattamenti connessi, a vario titolo, alla perdita del lavoro e alla disoccupazione (mobilità, disoccupazione non agricola ordinaria e speciale edile, disoccupazione non agricola con requisiti ridotti, disoccupazione agricola ordinaria, Aspi e Mini-Aspi). Si sottolinea, inoltre, come, in un solo anno tra il 2012 e il 2013 vi sia stato un saldo negativo delle aziende con dipendenti di oltre 54 mila unità e le posizioni lavorative siano diminuite di quasi 500 mila unità.
In questo quadro è utile soffermarsi su un’analisi maggiormente di dettaglio rispetto alle dinamiche di quell’ammortizzatore sociale, la cassa integrazione guadagni in deroga, che ha certamente rappresentato, almeno nei primi anni della crisi, la principale novità in materia di azioni e misure di sostegno ai lavoratori, e alle imprese, in difficoltà.
L’importo totale delle prestazioni erogate durante l’anno 2013, per tale ammortizzatore, è ammontato a ben 786 milioni di euro, a cui devono aggiungersi la copertura per la contribuzione figurativa per ulteriori 540 milioni di euro. Tutto ciò a fronte di contributi incassati per solamente 29 milioni. Le ore autorizzate, nel 2013, sono state, tuttavia, solamente 299.026.368, in diminuzione del 20,8% rispetto alle 377.336.918 del 2012. Una diminuzione generale su base annua che ha avuto, a livello territoriale, particolare forza in Puglia (-66,2%), Umbria (-64,8 %) e Basilicata (-64,5%). Il dato, in relazione ai settori produttivi, ha visto, in particolare, poco più della metà delle ore autorizzate concesse alle imprese del settore industria ed artigianato (il 50,7% di cui ben il 18,8% ad aziende del comparto meccanico).
In ogni caso, a prescindere dai dati registrati nel 2013, è chiaro che la possibilità di ricorrere a tale misura di sostegno ha le ore contate. La legge delega attualmente al Senato rappresenta, infatti, un’occasione unica per ridisegnare complessivamente un sistema di tutele maggiormente uniforme e legate alla storia contributiva dei lavoratori e fornire un quadro finalmente stabile in materia di ammortizzatori sociali anche sulla scorta di analisi di preziose informazioni quali quelle che, anche quest’anno, il nostro istituto di previdenza ha offerto, come di consueto, al dibattito pubblico.
In collaborazione con www.amicimarcobiagi.com