In Italia, nel solo 2013, sono state autorizzate complessivamente ben 1.183 milioni di ore per interventi di cassa integrazione, il 30% destinate a interventi di cassa integrazione ordinaria, il 45% a cassa integrazione straordinaria e il restante 25% a cassa integrazione in deroga (la grande novità di questa crisi economica). Si registra, secondo i dati più aggiornati in possesso del Ministero, un costante aumento delle ore autorizzate per interventi di cassa integrazione straordinaria a fronte di una costante riduzione delle ore autorizzate per interventi di cassa integrazione in deroga; per gli interventi di cassa integrazione ordinaria si evidenzia, altresì, un calo negli ultimi due trimestri 2013 a fronte di un aumento nei primi due trimestri.



Sempre nel 2013, i lavoratori tutelati in caso di disoccupazione sono passati a 12,4 milioni dai 12,3 milioni del 2012. Questa cifra fotografa, allo stesso tempo, l’effetto dell’apertura alla platea dei tutelati per gli apprendisti e i soci lavoratori di cooperativa, dovuto all’istituzione dell’Aspi con la cosiddetta “Riforma Fornero”, e la costante riduzione del totale dei lavoratori dipendenti che si è manifestata in questi ultimi anni terribili. Si deve apprezzare, tuttavia, una sensibile, e complessiva, riduzione della quota dei lavoratori scoperti dalla possibilità di accedere a misure di sostegno in caso, ahimè, di disoccupazione, che passano dall’11,1% nel 2012 al 4,8% nel 2013. Nel quarto trimestre 2013, in particolare, il numero medio di lavoratori che ha percepito l’Aspi ha raggiunto quota 632.865, con una variazione tendenziale, rispetto allo stesso trimestre dell’anno precedente, pari al +5,2%.



Sono questi, in estrema sintesi, i risultati pubblicati, nelle settimane scorse, dal ministero del Lavoro all’interno di un progetto sperimentale di monitoraggio, previsto dalla “Legge Fornero”, sugli effetti delle nuove disposizioni normative introdotte nel 2012 anche al fine di individuarne punti di forza e di debolezza e migliorarne così l’efficacia. Già, a settembre, tuttavia, il tempo del monitoraggio e della riflessione dovrà lasciare spazio ai fatti e alla definizione, finalmente, del “Jobs Act” che dovrebbe caratterizzare l’azione di governo del giovane Premier e dare, si spera, un forte segnale di innovazione e discontinuità con il più recente passato.



Si dovrà, quindi, velocizzare l’iter del Ddl 1428 attualmente al Senato, con il quale si prevede l’autorizzazione di un ampio ventaglio di deleghe al governo in materia di riforma degli ammortizzatori sociali, dei servizi per il lavoro e delle politiche attive, nonché in materia di riordino dei rapporti di lavoro e di sostegno alla maternità e alla conciliazione dei tempi di vita e di lavoro.

Con particolare riferimento agli ammortizzatori sociali, il legislatore si propone di assicurare, per la disoccupazione involontaria, tutele uniformi e legate alla storia contributiva dei lavoratori e “razionalizzare” più in generale la normativa semplificandone le procedure amministrative e riducendo gli oneri rispetto alle peculiarità dei diversi settori produttivi. 

Si prevede, ad esempio, tra i principi informatori della “grande riforma” renziana l’introduzione di nuovi meccanismi che prevedano un coinvolgimento attivo del soggetto beneficiario dei trattamenti favorendo, quando possibile, anche l’attivazione di percorsi finalizzati al supporto alle comunità locali di appartenenza.

A settembre per i beneficiari dell’onere, e l’onore, di governare il nostro Paese arriverà, quindi, il tempo (non più derogabile) delle scelte coraggiose in materia di lavoro e sviluppo. È questa oggi la “buona azione” che i cittadini, specialmente quelli più colpiti dalla crisi economica, chiedono di realizzare al boyscout Matteo.

 

In collaborazione con www.amicimarcobiagi.com

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