Dopo il via libera del Senato, il governo porrà anche alla Camera la fiducia sul maxi-emendamento interamente sostitutivo del Dl Pubblica amministrazione. Lo ha annunciato il ministro Marianna Madia a margine dei lavori della commissione Affari costituzionali che poco fa ha approvato il testo senza apportare alcuna modifica. I tempi stringono e al momento sono in corso contatti tra i gruppi per verificare la possibilità di un accordo che possa permettere di arrivare all’approvazione definitiva entro domani. Il testo dovrà in ogni caso essere convertito obbligatoriamente entro il prossimo 23 agosto.



Quota 96 in pensione, anzi no. Il dietrofront del governo circa il pensionamento del personale scolastico a partire dall’uno settembre è argomento di primo piano dell’agenda politica. Un appiglio per coloro (4mila) che sono stati doppiamente beffati – Legge Fornero e retromarcia dell’esecutivo dettata dai moniti della Ragioneria di Stato e del Ministero dell’Economia e delle Finanze – possono comunque ricorrere a una sentenza della  Corte di Giustizia Europea la dopo il no al provvedimento contenuto nella riforma della Pubblica Amministrazione Quota 96, dopo gli emendamenti soppressivi si spera nella sentenza della Corte Europea di Giustizia, strada concreta per sciogliere un nodo che ha messo (e metterà ancora) in grande difficoltà l’esecutivo Renzi, nonché il Marianna Madia, ministro per la PA e la semplificazione.



In seguito alla cancellazione dell’emendamento che avrebbe permesso ai lavoratori Quota 96 di andare in pensione il primo settembre di quest’anno, il presidente della Commissione Bilancio della Camera, Francesco Boccia, aveva definito “profondamente sbagliata” la scelta compiuta dal Ministero dell’Economia e della Finanze. A questo riguardo, in un continuum di polemiche riguardo alla questione Quota 96 tra Parlamento e tecnici, è intervenuto oggi il viceministro all’Economia, Enrico Morando, che parlando con “La Repubblica” ha commentato le parole di Boccia tentando di gettare acqua sul fuoco: “Non si tratta di un giudizio politico, ma tecnico. Non c’entra nulla il Ministero dell’Economia. In questo caso su quattro norme sono state rilevate coperture carenti, scorrette oppure assenti”, ha detto, spiegando che in risposta a un problema tecnico il giudizio che ne deve derivare può essere esclusivamente di natura tecnica e non dovrebbe provenire da altri fronti.



Via libera dell’Aula del Senato alla fiducia chiesta ieri dal governo sul maxi-emendamento che ha cancellato la norma sulle pensioni dei docenti Quota 96. “È incredibile e singolare che il provvedimento venga approvato dalla Camera senza che la Ragioneria intervenga e poi lo faccia una volta che il testo è passato al Senato”, ha detto Giorgio Pagliari, senatore del Pd e relatore del decreto sulla Pubblica Amministrazione, intervenuto alla trasmissione “Unomattina”. “Mi rifaccio alle parole di Matteo Renzi – ha aggiunto – si tratta di un’ingiustizia che può essere sanata solo con un intervento legislativo che dovrebbe avvenire, secondo il premier, già alla fine del mese di agosto. Speriamo di farlo prima dell’inizio del prossimo anno scolastico, ma i tecnici non dovrebbero creare situazioni simili. Se esiste la copertura finanziaria per un provvedimento alla Camera non può sparire improvvisamente quando si passa al Senato”.

Dopo che Palazzo Madama ha concesso la fiducia alla Riforma delle Pensioni della Pubblica Amministrazione, compresi i quattro emendamenti soppressivi che impediscono ai cosiddetti Quota 96 di andare in pensione il primo settembre 2014, il premier Renzi avrebbe un piano di riserva. Lo fa sapere il sito specializzato www.orizzontescuola.it. Ora il testo deve tornare alla Camera per essere approvato, ma intanto sembra che qualcos’altro stia bollendo in pentola: si parla di un testo in cui si definisce la possibilità di andare in pensione prima del dovuto, quindi un prepensionamento prima dei 66 anni, e di adeguate penalizzazioni per che sceglie questa strada; naturalmente calibrate e pesate in base al tipo di lavoro svolto. Renzi ha già dichiarato di voler muovere dei passi che vadano oltre la questione dei 4mila lavoratori Quota 96, senza precisare esattamente cosa abbia in mente, e anche gli esperti di Orizzontescuola avvisano di prendere con le pinze queste prime indiscrezioni: sembrerebbe, però, che l’idea del premier sia quella di sanare, una volta per tutte, la questione pensioni ed eliminare tutti gli “errori” che pian piano si sono accumulati fino ad oggi. Naturalmente, se verrà confermata l’intenzione e chiariti gli scopi, si chiarirà anche il futuro dei docenti e lavoratori ATA rimasti delusi dalle ultime mosse del Governo al riguardo.