Il 2015 è iniziato portando delle novità in tema di pensioni. Non una vera e propria riforma, ma alcune modifiche ai requisiti e alle modalità di accesso al trattamento di quiescenza ci sono. Per questo Il Sole 24 Ore di oggi contiene uno speciale che spiega tutte le novità. C’è un punto che resta però ancora da chiarire e riguarda l’opzione donna, che permette alle lavoratrici di andare in pensione a 57 anni e 3 mesi (58 anni e 3 mesi in casi di autonome) con 35 anni di contributi con l’assegno calcolato interamente con il sistema contributivo. La legge 243 del 2004 ha introdotto questa facoltà (non utilizzata dalle lavoratrici per 5 anni), diventata particolarmente interessante dopo la riforma Fornero, che ha alzato di molto l’età pensionabile.
Il problema è se consentire il diritto alla pensione alle lavoratrici che maturano i requisiti necessari entro il 31 dicembre 2015 o meno. Tenendo conto delle finestre mobili, infatti, si potrebbe escludere questa possibilità, come aveva fatto in un primo tempo l’Inps, per la quale potevano accedere all’opzione donna solo coloro che maturano la decorrenza entro quest’anno. Poco più di un mese fa, anche per la minaccia di una class action, l’Istituto nazionale di previdenza sociale ha deciso di accogliere comunque le richieste di pensione, salvo tenerle in stand by in attesa di indicazioni sul da farsi da parte del ministero del Lavoro.
Ancora però non c’è stato alcun pronunciamento governativo in merito. La ragione è semplice: tenere aperta l’opzione comporta dei costi e probabilmente occorre avere un parere positivo della Ragioneria di Stato per procedere all’accoglimento pieno delle domande presentate all’Inps. Alle italiane che possono non resta quindi che presentare la domanda all’Inps e attendere.