Dopo la bocciatura del referendum per l’abolizione della riforma Fornero da parte della Corte Costituzionale e le immediate e forti proteste della Lega Nord, il Governo prende posizione sul tema delle pensioni. Il ministro del Lavoro, Giuliano Poletti, infatti,  a margine di un convegno alla Luiss, ha detto che è necessario introdurre uno “strumento flessibile” che consenta a chi è vicino alla pensione e ha perso o rischia di perdere il lavoro di andare in pensione, derogando quindi alle regole della legge Fornero. Non è in realtà la prima volta che Poletti fa affermazioni del genere, come pure non aveva mancate di farle il suo predecessore Enrico Giovannini. Nessuno finora è però intervento in materia strutturale sulla legge Fornero: al più sono state approvate delle salvaguardie per gli esodati. Nemmeno è stato preso un provvedimento sulla Quota 96 e il ministero di Poletti ancora deve dare una risposta all’Inps in merito al da farsi sulle domande per usufruire dell’Opzione donna presentate dopo il 31 dicembre 2014. La ragione di questa situazione è nota: servono coperture per far fronte agli ammanchi di cassa che si determinerebbero con l’erogazione di pensioni prima del previsto. Va comunque detto che da diverso tempo Cesare Damiano, Presidente della Commissione Lavoro della Camera e membro del Pd, ha presentato diverse proposte per introdurre elementi di flessibilità nel sistema, ma finora nessuna si è concretizzata (non certo per demeriti di Damiano). Insomma, qualcuno potrebbe dire che è tempo ormai che dalle parole si passi ai fatti.



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