Il 2015 si apre con una nuova proposta di riforma delle pensioni. A farla è Cesare Damiano, presidente della commissione Lavoro della Camera e da tempo impegnato per introdurre un sistema di flessibilità, che possa anche risolvere alla radice il problema degli esodati, non ancora totalmente portato a soluzione. Damiano propone di introdurre una “quota 100”, così reintroducendo di fatto la pensione di anzianità abolita dalla riforma Fornero. Prima, però, esisteva la “quota 96”. Nei fatti, Damiano vorrebbe rendere possibile l’accesso al trattamento pensionistico per coloro che hanno 60 anni di età e 40 anni di contributi versati. Oppure 61 anni e 39 di contributi, o anche 62 anni e 38 di contributi, e così via. L’importante è che la somma di età e contributi dia 100. Da qui appunto il nome “quota 100”. 



Non è ben chiaro se l’accesso alla pensione con questo metodo debba comportare una penalizzazione sull’assegno pensionistico. Tuttavia pare di no, vista anche la decisione presa dal Parlamento con la Legge di stabilità che ha tolto le penalizzazioni per le pensioni anticipate (62 anni di età e 41 anni e 6 mesi di contributi per le donne e 42 anni e sei mesi per gli uomini) fino al 31 dicembre 2017.



Vedremo se la proposta si trasformerà in qualcosa di più concreto. Damiano sembra però molto determinato e vorrebbe addirittura approvare la norma nel mese di febbraio.

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