Il Governo ha approvato la Legge di stabilità e Matteo Renzi in conferenza stampa ha presentato le misure che la costituiscono, tra cui quattro riguardanti le pensioni. Non si conoscono ancora i dettagli, ma il Premier ha confermato la “flessibilità part-time” di cui si era parlato ieri, l’approvazione della salvaguardia per gli esodati, il prolungamento di Opzione donna e l’innalzamento della no tax area, che aumenterà le pensioni più basse. L’ex ministro Corrado Passera in un’intervista a “QuiFinanza” parla anche di pensioni, spiegando che a suo modo di vedere il dibattito sulle pensioni anticipate è un “imbroglio”, in quanto il sistema pensionistico italiano si trova in una situazione di equilibro e non permette “di scegliere se prendere i sodi, accantonato come fossero in un conto corrente, subito o successivamente con interessi diversi. Quei soldi non ci sono”. Aprire ai prepensionamenti per Passera vorrebbe dire penalizzare ulteriormente i giovani.
Il Governo non ha inviato, come avrebbe dovuto, la relazione tecnica sulla settima salvaguardia degli esodati messa a punto dalla commissione Lavoro della Camera. Ciò rafforza l’ipotesi che la Legge di stabilità affronterà la materia. Questo nasconde però un’insidia, rilevata da Maria Luisa Gnecchi, membro della commissione stessa: che il provvedimento riguardi una platea più ristretta di soggetti rispetto a quella considerata dal testo unificato messo a punto dai deputati.
Nella Legge di stabilità, oltre alla “flessibilità part-time”, potrebbe esserci un altro provvedimento in materia previdenziale, che riguarderà però chi è già in pensione. Si tratta dell’innalzamento della no tax area, attualmente posta a 7.500 euro, fino a 8.000 euro. Di fatto ciò si tradurrebbe in un aumento delle pensioni più basse, stimato in circa 30 euro al mese. Non è certo l’ampliamento del bonus da 80 euro anche ai pensionati promesso da tempo dal Governo, ma in ogni caso un intervento di riduzione fiscale per i redditi più bassi.
Siamo arrivati al giorno fatidico della presentazione della Legge di stabilità. All’interno ci saranno anche misure che riguardano le pensioni. L’intervento più atteso, fino a domenica sera, era quello riguardante la flessibilità pensionistica, così da permettere a circa 2 milioni di italiani (tanti li stima l’Istat) di poter scegliere di andare in pensione anticipata. Si parlava di un requisito anagrafico di 62/63 anni e uno contributivo di 35 anni. Ovviamente l’assegno sarebbe stato decurtato in proporzione all’anticipo richiesto. Poi però, appunto domenica sera, in tv Renzi ha detto che sarà necessario attendere ancora qualche mese per vedere approvata la flessibilità, dato che occorrevano maggiori approfondimenti per evitare interventi “raffazzonati”. Forse il “punto critico” era proprio quello riguardante l’entità delle penalizzazioni: troppo basse costerebbero troppo allo Stato; troppo alte non sarebbero “appetibili” per i lavoratori, rendendo per loro più conveniente restare a lavorare.
Archiviata la flessibilità, in Legge di stabilità dovrebbero arrivare interventi su esodati e Opzione donna, che in molti avevano chiesto di approvare a settembre. Non si sa con quali misure si interverrà e c’è il timore che possano esserci brutte sorprese. Oggi capiremo dunque se in tema di pensioni il Governo riuscirà a scontentare tutti o se almeno una parte delle istanze portate avanti negli scorsi mesi verrà accolta in toto. A partire dalla “flessibilità part-time”, di cui si è cominciato a parlare ieri nel tardo pomeriggio.