La novità della Legge di stabilità in materia di pensioni è senz’altro costituita dalla “flessibilità part-time”. Secondo Il Corriere della Sera, potranno usufruirne i lavoratori di almeno 63 anni e 7 mesi di età, a seguito di un accordo con l’azienda. In pratica potranno lavorare al 50% negli ultimi tre anni prima della pensione, con uno stipendio al 75%, dato che l’azienda metterà in busta paga una parte dei suoi contributi. La sua pensione non verrà decurtata, perché i contributi mancanti saranno versati dallo Stato. Le imprese risparmieranno così sugli stipendi e potranno valutare se effettuare nuove assunzioni. Giuliano Poletti conferma che nella Legge di stabilità è stata inserita la proroga di Opzione Donna fino al 2016, ma ha aggiunto un dettaglio interessante. L’intervento costa infatti 2 miliardi di euro fino al 2021 e se l’anno prossimo non ci saranno le coperture previste, scatterà una clausola di salvaguardia che riguarda tutti i pensionati: l’allungamento fino al 2018 della perequazione delle pensioni “gradualizzata”, come approvata dal Governo Letta. Poletti ha anche spiegato che secondo i calcoli dell’Inps, la norma su Opzione donna potrebbe permettere il pensionamento anticipato per 36mila lavoratrici.
In una conferenza stampa per illustrare le novità della Legge di stabilità in tema di lavoro e pensioni, il ministro Poletti ha spiegato che nella manovra è contenuta la settima salvaguardia per gli esodati, che riguarderà 31-32mila persone, e che costerà 2 miliardi di euro, fino al raggiungimento per tutti dei requisiti pensionistici. Il titolare del Welfare ha anche spiegato che il totale delle persone salvaguardate arriverà così a 172mila e “consideriamo concluso il percorso”. Dunque non ci saranno altri interventi dopo questo.
C’è già una “brutta notizia” rispetto alle novità della Legge di stabilità in materia previdenziale. L’ha data il ministro del Lavoro Giuliano Poletti, spiegando che l’aumento della no tax area per i pensionati partirà dal 2017, non quindi dal prossimo anno. Inoltre, sarà portata da 7.500 a 7.750 euro. Per chi ha più di 75 anni passerà invece da 7.750 a 8.000 euro.
Una delle novità contenute nella Legge di stabilità 2016, che riguarda le pensioni, è l’innalzamento dello no tax area agli 8.142 euro previsti per i lavoratori dipendenti. Secondo quanto riporta Repubblica, il beneficio medio annuale per ogni pensionato sarebbe di circa 125 euro. Il “bonus” sarà più alto per le pensioni più basse e decrescente all’aumentare dell’assegno stesso. In ogni caso un importo che non può essere paragonato agli 80 euro in busta paga.
Dai quotidiani di oggi è possibile ottenere qualche dettaglio in più sulle novità in materia di pensioni approvate con la Legge di stabilità. Per esempio, per quanto concerne gli esodati, sembra che la settima salvaguardia riguarderà circa 24.000 persone, per un costo complessivo di 1,2 miliardi. Una cifra che verrà coperta utilizzando i risparmi derivanti dai fondi stanziati, e non utilizzati, per i sei provvedimenti di salvaguardia finora approvati.
La Legge di stabilità è stata varata dal Governo e come promesso ci sono degli interventi anche in tema di riforma delle pensioni. In conferenza stampa, Matteo Renzi, oltre a confermare che la flessibilità è stata rinviata al 2016, non ha fornito particolari dettagli sulle misure contenute nella manovra, ma qualcosa è emerso con il comunicato di palazzo Chigi. Vediamo quindi di fare il punto. Aumento della no tax area L’attuale soglia di esenzione fiscale per le pensioni salirà da 7.500 (7.750 per gli over 75) a 8.000 euro. Questo dovrebbe portare circa 50 euro in più al mese in più per le pensioni più basse. Per certi versi il Governo cerca così di “rimediare” al mancato bonus da 80 euro ai pensionati. Salvaguardia degli esodati È probabilmente il punto più delicato e meno chiaro finora della manovra. Resta infatti da capire chi potrà accedere alla salvaguardia e a quali condizioni. Ricordiamo che la Rete dei comitati degli esodati stima che siano 49.500 le persone ancora prive della tutela. Opzione donna La pensione anticipata per le donne in cambio di un ricalcolo contributivo pieno dell’assegno viene estesa al 2016, anno in cui devono essere maturati i requisiti (57 anni di età, 58 nel caso di lavoratrici autonome, e 35 di contributi). Flessibilità part-time Citando il comunicato del Governo, i lavoratori più anziano potranno “chiedere il part time ma senza avere penalizzazioni sulla pensione perché lo Stato si farà carico dei contributi figurativi. Il datore di lavoro dovrà corrispondere in busta paga al lavoratore la quota dei contributi riferiti alle ore non prestate, che si trasformeranno quindi in salario netto”. Resta da capire quali sono i requisiti anagrafici richiesti e se l’azienda sarà “obbligata” a concedere il part-time al lavoratore.