Niente flessibilità pensionistica ma la possibilità di lavorare part time due anni prima di ritirarsi dal lavoro. E’ quanto previsto dalla legge di stabilità approvata giovedì dal governo. Tra le misure anche la settima salvaguardia che riguarderà 32mila esodati e la riconferma di Opzione Donna per un altro anno. Per il professor Nino Galloni, membro effettivo del collegio dei sindaci dell’Inps, “non mi sembrano misure dirompenti. Per aiutare i pensionati più poveri il governo o l’Inps potrebbero pensare di mettere in circolo forme di moneta complementare, valide come buoni acquisto e utilizzabili dai commercianti per pagare le tasse”.



Professore, la no tax aerea per i pensionati salirà dal 2017. La ritiene una misura giusta? Sotto un certo livello di reddito la tassazione nei Paesi civili non c’è. Noi possiamo discutere su come la tassazione possa e debba essere progressiva. Anche una persona che guadagna mille euro al mese, poi non è giusto che debba pagare tasse così pesanti. Figuriamoci una persona di 75 anni che prende 700 euro al mese, che magari deve pagarsi anche i biglietti dell’autobus e i ticket sulle prestazioni sanitarie, e che in più è costretto anche a pagare le tasse. Mi sembra assurdo che non si sia provveduto prima. Si parla di reddito di cittadinanza, e poi si tassano quelli che percepiscono una pensione da 650 euro.



La soluzione comunque ci sarà, anche se solo dal 2017 …Una cosa del genere avrebbe dovuto essere stata risolta già da molto tempo.

La flessibilità part time è la novità di cui ha bisogno il nostro sistema? Non mi sembra una misura dirompente: bisognerebbe chiedere alle aziende che cosa ne pensano. Non tutti i lavoratori potranno scegliere il part time, perché tanto sarebbe su base volontaria. Bisogna studiare qual è l’aliquota di equilibrio, e quindi vedere in base a questo meccanismo se dal punto di vista dei conti dell’Inps si va alla pari o se va finanziata. In ogni caso tutto ciò che consente una maggiore libertà di scelta ai lavoratori è positiva. Ovviamente le imprese possono avere un interesse a spingere i lavoratori ad accettarla.



Che cosa ne pensa della scelta di rinviare la flessibilità vera e propria? Un numero crescente di giovani non avrà la pensione, o comunque riceverà un assegno molto basso. E questo magari dopo avere pagato contributi elevati. Tanto vale quindi fare delle riforme più drastiche, considerando che c’è una generazione di 45enni che ha insufficienti contributi e che nei prossimi 20 anni non riceverà una pensione adeguata. Meglio quindi lasciarli senza contribuzione e introdurre un reddito di cittadinanza, in modo che arrivati all’età della pensione nessuno sia escluso.

Il governo ha varato la proroga di Opzione Donna per un altro anno. E’ soddisfatto?

E’ tutto un sistema sballato. E’ ovvio che a questa gente andrebbero quantomeno forniti dei buoni acquisto che siano accettati da commercianti, piccoli artigiani e imprenditori. Facciamo subito dei buoni acquisto per occupati e pensionati sotto a una certa soglia e per i disoccupati pari a circa 200 euro al mese per otto mesi, in modo da fare ripartire l’economia. Questo darebbe un contributo al Pil del 3%, con tutta una serie di conseguenze positive sul piano dei conti. In questo modo si raccoglierebbero più tasse e ci sarebbe un vero aumento dell’occupazione.

Può spiegare meglio come funzionerebbero questi buoni acquisto?

L’Inps o il governo emettono dei titoli monetari, denominati in euro ma che non sono euro, i quali servono a dare una capacità di acquisto a quanti ne sarebbero privi. Questi titoli sono accettati da commercianti, piccole imprese e artigiani, i quali li potranno utilizzare a loro volta per pagare le tasse.

 

(Pietro Vernizzi)