Nei giorni scorsi l’osservatorio statistico sulla Cassa integrazione guadagni dell’Inps ha pubblicato un interessante rapporto, aggiornato con i dati del mese di settembre 2015, relativo alle ore autorizzate, in questo periodo, per trattamenti di integrazione salariale ordinari, straordinari e in deroga a favore di operai e impiegati.



L’Inps ci dice quindi che nel settembre scorso il numero di ore di cassa integrazione complessivamente autorizzate è stato pari a 60,7 milioni, in diminuzione di ben il 38,1% rispetto allo stesso mese del 2014 (erano, in quel caso, 98,0 milioni). I dati destagionalizzati, calcolati per le sole componenti, potremmo dire quelle più tradizionali, ordinaria e straordinaria, evidenziano, tuttavia, rispetto al mese precedente una variazione congiunturale pari al +5,6%. 



Le ore di cassa integrazione ordinaria autorizzate a settembre 2015 sono state 17,8 milioni. Un anno prima, nel mese di settembre 2014, erano state 21,8 milioni. Siamo di fronte, quindi, a una diminuzione tendenziale pari al 18,2%. In particolare, la variazione tendenziale è stata pari a -16,4% nel settore Industria e -23,2% nel settore Edilizia. Le variazioni congiunturali calcolate sui dati destagionalizzati registrano, anche in questo caso, rispetto al mese precedente un aumento pari all’11,6%. 

Il numero di ore di cassa integrazione straordinaria autorizzate a settembre 2015 è stato, altresì, pari a 30,6 milioni, registrando un decremento decisamente significativo del 45,3% rispetto allo stesso mese dell’anno precedente, nel quale erano state registrate ben 56,0 milioni di ore autorizzate. Anche in questo caso a settembre, rispetto al mese precedente, si registra una variazione congiunturale, calcolata sui dati destagionalizzati, pari al +2,7%. 



Gli interventi in deroga, inoltre, sono stati pari a 12,2 milioni di ore autorizzate a settembre registrando un decremento di ben il 39,7% rispetto allo stesso mese dello scorso anno quando erano state autorizzate ben 20,3 milioni di ore di Cig in deroga. 

Si deve, quindi, sottolineare che, sebbene non si possa ancora dire che l #italiariparte, è certamente vero che, in questi mesi, si sono “scongelati” molti rapporti di lavoro che erano, in qualche modo, stati messi messi nel congelatore attraverso lo strumento della Cassa integrazione. Probabilmente questo non basta per dire che il nostro Paese è, finalmente, uscito dalla crisi.

In questa prospettiva si dovrà certamente aspettare l’approvazione definitiva della Legge di stabilità per capire meglio quali misure saranno messe in campo per rilanciare l’economia, e quindi si spera l’occupazione, in Italia.

L’incentivazione, in vista dell’ottenimento della pensione di vecchiaia, della staffetta generazionale da realizzarsi anche grazie a un utilizzo intelligente del part-time e la riproposizione, seppure in misura light, della decontribuzione per le nuove assunzioni, sembrano, ad esempio, non essere iniziative all’altezza, ma, in qualche maniera, solamente palliativi che nel lungo periodo potrebbero anche dimostrarsi controproducenti.