Matteo Renzi è impegnato un road show in Sud America e durante il suo intervento a Business forum a Santiago del Cile ha parlato di pensionati e aspettativa di vita, citando anche Woody Allen. Il Premier ha spiegato che oggi viviamo tutti più a lungo, e ciò è un fatto positivo. Solo che ogni tanto qualche dirigente segnala come un problema il fatto che aumentano i pensionati. “Ciò può essere – ha detto Renzi – una difficoltà di bilancio, non un problema. Anche perché, come diceva Woody Allen, invecchiare non è un granché, ma è sempre meglio dell’alternativa”. Nelle sue “punture di spillo”, Giuliano Cazzola, esperto di lavoro e previdenza, dedica un paragrafo anche agli esodati, oggetto della settima salvaguardia con la Legge di stabilità. L’ex vicepresidente della commissione Lavoro della Camera snocciola i numeri sui sei provvedimenti finora approvati. “Il numero limite dei soggetti interessati era di 170.230. L’Inps ha raccolto 115.880 certificazioni. Le domande respinte ammontano a 51.518. Sono giacenti, in attesa di essere esaminate, 5.566 domande, mentre sono stati liquidati, sulla base delle regole precedenti la riforma Fornero, 83.396 trattamenti. Si tratta, in larga maggioranza, di pensioni anticipate/anzianità, che, come scrive l’Istituto, ‘vengono liquidate ad individui con carriere più complete e quindi principalmente ad uomini residenti al Nord’”, scrive su Formiche.net.
I lavoratori precoci si sentono un po’ “trascurati” nel dibattito sulla riforma delle pensioni. Dopo aver versato 40 o più anni di contributi non possono andare in pensione perché non hanno raggiunto il requisito anagrafico richiesto dalla legge Fornero. Per loro Cesare Damiano aveva inserito nella sua proposta di legge la cosiddetta “Quota 41”, ovvero la possibilità di accedere alle pensione con 41 anni di contributi indipendentemente dall’età. E così alcuni precoci hanno cominciato a scrivere in questi giorni al Presidente della commissione Lavoro della Camera, anche sulla sua pagina Facebook, chiedendo di portare avanti le loro istanze e magari di far proseguire l’iter del suo ddl sottoponendolo al voto dell’aula, anche per vedere quanti parlamentari sono favorevoli.
Nuovi sostenitori per una proroga “più giusta” di Opzione donna, dato che il Governo nella Legge di stabilità ha alzato di 3 mesi il requisito anagrafico, escludendo di fatto le donne nate nell’ultimo trimestre del 1958. Andrea Maestri e Pippo Civati hanno infatti inviato un messaggio al Comitato Opzione donna in cui si impegnano a incontrare il presidente della commissione Lavoro del Senato, Maurizio Sacconi, per far trovare il modo di far correggere durante l’iter parlamentare il testo della legge, in modo che non scompaia questa “esclusione”.
Non bastavano le critiche alle misure prese con la Legge di stabilità. Per il Governo Renzi è in arrivo un’altra “grana”. La Uil Pensionati, infatti, ha deciso di fare ricorso alla Corte europea dei diritti dell’uomo contro la mancata attuazione integrale della sentenza della Corte Costituzionale che aveva bocciato il blocco delle indicizzazioni delle pensioni stabilito dal Governo Monti. Una “mancata attuazione” opera dell’attuale esecutivo, che ha deciso di restituire una parte di quanto non percepito dai pensionati.
La Uil, che sostiene la sua federazione in questa battaglia legale, ha fatto sapere che il Governo Renzi ha operato “in contrasto con il diritto a un equo processo, sancito dall’art. 6 della Convenzione europea dei diritti dell’uomo, e con il diritto al rispetto dei beni, garantito dall’articolo 1 del Protocollo n. 1 alla Convenzione stessa, avendo la Corte europea riconosciuto la natura patrimoniale dei trattamenti pensionistici in godimento”. Trattandosi di un’azione collettiva, la Uilp raccoglierà in tempi brevi i ricorsi dei pensionati, che potranno quindi recarsi nelle sedi territoriali del sindacato per avere maggiori informazioni in merito.
Carmelo Barbagallo, Segretario generale della Uil, ha ricordato che questa iniziativa si affianca ai ricorsi all’Inps e alle “cause pilota” che si stanno portando avanti in diverse regioni per far sì che la sentenza della Consulta sia pienamente rispettata.