«Il part time introdotto da Renzi nella legge di stabilità non è un incentivo all’occupazione, bensì il classico regalo ai nonni che vogliono stare più ore a casa per occuparsi dei nipoti». Lo afferma Francesco Giubileo, ricercatore presso il Centro studi TopLegal e autore del libro “Una possibilità per tutti. Proposte per un nuovo welfare”. Secondo l’esperto, «Renzi ha rinviato la flessibilità pensionistica perché le risorse per attuarle non ci sono, né ci saranno. La proposta più realistica era quella del presidente dell’Inps, Tito Boeri, ma purtroppo è stata accantonata».
Come valuta il part time introdotto nella legge di stabilità?
Questa non è la flessibilità in sé, cioè l’anticipo della pensione, bensì un semplice regalo ai nonni. È una misura pensata per chi ha i nipotini, perché sarebbero gli unici disposti a rinunciare a un guadagno in busta paga per potere tenere d’occhio i nipotini e agevolare le famiglie.
In quanti usufruiranno di questo strumento?
Non sono numerosi quelli che rinunceranno allo stipendio, e secondo me alla fine l’impatto sarà minimo. In Italia c’è una distribuzione del reddito tale per cui i lavoratori anziani in media sono quelli che prendono la cifra più alta. Stiamo parlando di persone che potrebbero guadagnare anche tanti soldi, e attraverso il part time si sta chiedendo loro di rinunciare a una parte.
Per le aziende è una soluzione che conviene?
Questo dipende dal livello di professionalità della persona, mentre non ha nulla a che vedere con altre scelte. Ad alcune aziende può convenire perché liberarsi di un lavoratore anziano non è così semplice, in quanto bisogna pagare un’elevata buonuscita. Altre volte invece il dipendente ha tutta una serie di competenze che non si vuole abbandonare.
È solo in Italia che la staffetta generazionale non funziona?
Anche in altri Paesi queste forme di staffetta non hanno mai prodotto dei grandi risultati. Stiamo comunque parlando di interventi che costano tantissimo, ma riguardano magari solo 30-40mila persone su alcuni milioni. L’incisività della misura è quindi molto lieve.
Il part time genererà un certo numero di nuove assunzioni tra i giovani?
Non credo proprio che la scelta di assumere un giovane nasca dal fatto che un over 60 opti per il part time. Se lo assumono è perché effettivamente hanno la necessità di farlo, non certo per sostituire una persona che andrà in pensione tra tre anni. Anche perché molte aziende, quando una persona sta per andare in pensione, fanno sempre due calcoli sul tempo che occorrerà per sostituirla. Tenderei a escludere che il part time possa in qualche modo agevolare nuove assunzioni.
Il rinvio della flessibilità pensionistica serve a calcolare meglio le penalizzazioni o è una scusa per non farla mai?
È sicuramente una scusa per rinviare tutto a data da destinarsi, in quanto non c’è la copertura economica. La riduzione della tassa sulla prima casa è incompatibile con il fatto di avere le risorse per la flessibilità pensionistica.
Eppure la flessibilità pensionistica è in vigore in diversi Paesi europei…
L’Italia ha tre grandi problemi: un debito pubblico altissimo; un Inps con un passivo di almeno 30 miliardi di euro dovuto all’ingresso dell’Inpdap; un indice di pendenza tra i più alti in Europa e forse nel mondo. Ricordo che l’indice di pendenza è la percentuale di persone a carico di quelle che lavorano. A queste condizioni introdurre la flessibilità pensionistica è difficilissimo.
Che cosa si può fare quindi?
Personalmente condivido la proposta del presidente Boeri, secondo cui è necessaria una riorganizzazione generale della stessa Inps. In questo modo si va a ricalcolare completamente il meccanismo pensionistico. Creando nuovi scaglioni, si mette un tetto massimo all’assegno pensionistico e si ricalcolano con il contributivo tutte le pensioni retributive.
(Pietro Vernizzi)