La settima salvaguardia prevista nella Legge di stabilità sarà l’ultima per gli esodati. Lo ha spiegato Giuliano Poletti durante il Videoforum su Repubblica Tv, assicurando che il provvedimento ha delle coperture molto larghe che permetterà di avere 32mila nuovi salvaguardati, arrivando a un totale complessivo di 170mila, “l’obiettivo stimato inizialmente”. Vedremo se la Rete dei comitati condividerà il provvedimento del Governo che ora deve affrontare l’iter parlamentare. La clausola di salvaguardia su Opzione donna, che prevede interventi sulle indicizzazioni delle pensioni, viene spiegata da Cesare Damiano come un “taglio” e non come un “blocco”. Il Presidente della commissione Lavoro della Camera ha infatti detto: “Si tratta di una modalità di calcolo che lascia invariata, al 100%, l’indicizzazione delle pensioni fino a 3 volte il minimo: da quella soglia in su il regime e’ meno favorevole rispetto a quello che doveva andare in atto dal 2017. Non si tratta di un blocco, ma di un taglio al risultato che era atteso”. L’ex ministro del Lavoro promette quindi monitorare le risorse stanziate per Opzione donna, di modo che si possa capire se la clausola scatterà davvero.
Alcuni deputati della Lega Nord sono stati “sanzionati” dalla Presidente della Camera Laura Boldrini, per aver occupato i banchi del Governo in segno di protesta per la mancata riforma delle pensioni. Barbara Saltamarini Stefano Allasia, Stefano Borghesi, Filippo Busin, Massimiliano Fedriga, Cristian Invernizzi, Nicola Molteni, Marco Rondini e Roberto Simonetti non potranno per 4 giorni partecipare ai lavori parlamentari. Per Simonetti, che è anche capogruppo del Carroccio in commissione Lavoro, si tratta di “yn atto grave, liberticida, anti democratico che la Presidente Boldrini in modo altezzoso e snob propina a chi, come la Lega Nord, vuole portare nel dibattito della Camera dei deputati tutto il malessere, il malcontento di migliaia di lavoratori che non possono andare in pensione per le scellerate decisioni dei governi di sinistra. Una presidenza imparziale, tutta supina alle volontà della maggioranza, che non difende i diritti delle opposizioni. Una sanzione comunque che per me vale come una medaglia, una gratificazione al mio operato. Avevo promesso battaglia per la riforma delle pensioni. E battaglia sarà!”.
Le federazioni dei pensionati aderenti a Cgil, Cisl e Uil si schierano contro le misure previdenziali contenute nella Legge di stabilità. In particolare, i segretari confederali Vera Lamonica (Cgil), Maurizio Petriccioli (Cisl) e Domenico Proietti (Uil) bollano come “grave errore” il fatto di non aver introdotto la flessibilità con la manovra. Le cui manovre continuano, spiegano i tre sindacalisti, a bloccare i turnover nel mercato del lavoro penalizzando i giovani. I sindacati sono quindi pronti a un’ampia mobilitazione unitaria.
Per Giuliano Poletti la flessibilità pensionistica arriverà nel 2016. Il ministro del Lavoro lo ha detto durante il videoforum su Repubblica Tv, ricordando che comunque nella Legge di stabilità c’è la possibilità del part-time negli ultimi tre anni prima del pensionamento, “una misura che va considerata con molta più attenzione rispetto a quanto fatto finora”. Non c’è dubbio, tuttavia, che gli italiani preferirebbero la possibilità di una pensione anticipata tout court. Su questo punto, ha detto Poletti, bisogna agire per trovare una soluzione sostenibile sia dal punto di vista sociale che a livello di bilancio pubblico.
La riforma delle pensioni, e in particolare la tematica relativa alla flessibilità, continua a essere al centro del dibattito per quanto concerne lo scenario politico italiano. Flessibilità che non è stata inserita dal Governo presieduto da Matteo Renzi in questa Legge di Stabilità, generando malcontento nella minoranza presente nello stesso Partito Democratico che da tempo sta spingendo soprattutto nella persona di Cesare Damiano per regolare la questione di quei lavoratori ormai prossimi alla pensione e che vorrebbero anticipare i tempo senza rispettare quanto inserito nella legge Fornero. Stando alle ultime voci di corridoio, proprio in Senato potrebbe nascere nuovi clamorosi scenari con la minoranza dem che non avrebbe ancora rinunciato alla possibilità di vedere approvata in tempi brevi la cosiddetta flessibilità. Possibile che possa essere ripresa in considerazione la quota 100, proposta proprio da Damiano. Proposta che era stata accantonata dal Governo in quanto considerata eccessivamente onerosa in quanto valutata tra gli 8 ed i 10 miliardi di euro. Non resta che attendere le prossime ore e valutare possibili evoluzioni.