«Matteo Renzi ha deciso di andare al voto nel 2017, e giocherà la carta della flessibilità pensionistica nella legge di stabilità del prossimo anno proprio in vista delle elezioni». È la lettura di Roberto Simonetti, deputato della Lega nord, segretario della commissione Lavoro alla Camera ed ex presidente della Provincia di Biella. Dopo mesi di annunci, il governo Renzi ha scelto di rimandare la flessibilità pensionistica motivando la scelta con la necessità di calcolare le penalizzazioni in modo non affrettato. Una scelta criticata dallo stesso presidente Inps, Tito Boeri, secondo cui “se si procedeva nella direzione di un’uscita flessibile, questo comporta inizialmente dei disavanzi più ampi. Ma poi, nel corso del tempo, se la cosa è disegnata nel modo giusto, questo porterà in futuro a dei disavanzi limitati”.



Onorevole Simonetti, che cosa ne pensa delle misure sulle pensioni contenute nella legge di stabilità?

Attualmente non le ritengo ancora sufficienti, perché manca la parte fondamentale che è quella della flessibilità in uscita, quindi la modifica della legge Fornero. È stata d’altra parte presa una parte della proposta di legge votata all’unanimità in commissione Lavoro della Camera per quanto riguarda gli esodati come settima salvaguardia “tombale”.



La parte relativa agli esodati la soddisfa?

Nel testo pubblicato sul sito del Senato mancano molte parti che erano state incluse nel ddl votato in commissione Lavoro alla Camera. Si è ridotto l’arco temporale come requisito per i mobilitati dai 36 mesi ai 12 mesi, escludendo così numerose persone. Il testo originale parlava di 5.300 soggetti lavoratori in mobilità. Ora temo che pur di risparmiare una parte dei fondi previsti non siano utilizzati.

Quali altri punti sono stati modificati?

In commissione avevamo votato una mia risoluzione relativa alla cura familiare dei disabili. Ora sono inseriti nel testo della salvaguardia coloro che hanno dedicato il loro tempo all’assistenza di un figlio disabile, anziché di un “familiare” come si era sempre parlato: quindi la platea si restringe. Per l’Inps sono 2.500 gli esodati che assistono un familiare disabile con un grado di parentela diverso dal figlio. Per quanto riguarda il tempo determinato inoltre sono stati esclusi dalla salvaguardia i lavoratori agricoli e occasionali, e chiederemo quale sia la motivazione quando inizierà il dibattito in commissione. Risultano esclusi infine i ferroviari marittimi e i Quota 96 della scuola.



Che cosa ne pensa della scelta di non introdurre la flessibilità pensionistica, ma di limitarsi al part time per i lavoratori anziani?

Ne do una lettura più politica che economica: Renzi immagina di andare a elezioni nel 2017. Voleva farlo già nel 2016, come documenta il fatto che quest’estate aveva alzato molto i toni con la minoranza interna al Pd e aveva annunciato un tour da 100 comizi in 100 teatri, che era praticamente l’inizio della campagna elettorale. Poi qualcuno gli ha ricordato che non si poteva andare al voto nel 2016 perché c’è la riforma costituzionale da concludere. Ha deciso quindi per quest’anno di abolire Imu e Tasi sulla prima casa. Mentre giocherà la carta della flessibilità in uscita per la finanziaria del prossimo anno proprio in vista delle elezioni del 2017.

 

Come valuta questa operazione?

Non la ritengo né logica, né equa, perché non si può fare politica sulla pelle dei lavoratori e dei possibili pensionati. Nel merito inoltre il part time costa di più al datore di lavoro, perché è una semi-flessibilità in uscita che risulta onerosa. Un lavoratore 63enne ha la possibilità di accedere al part time dal 40 al 60% del monte ore, con una contribuzione completa per la parte residua figurativa inserita nella sua busta paga.

 

In che senso quindi il part time è troppo oneroso?

Il datore di lavoro spende sempre la stessa cifra, mentre il dipendente lavora la metà delle ore e prende fino al 75% dello stipendio. Il lavoratore di fatto percepisce un importo congruo, mentre il datore di lavoro paga quasi due volte. Se infatti deve assumere un secondo soggetto per completare la quantificazione oraria, dovrà pagare i contributi pieni anche per quest’ultimo.

 

(Pietro Vernizzi)