Il Governo continua a lavorare alla Legge di stabilità anche per quel che riguarda le misure previdenziali: flessibilità, esodati e Opzione donna. Dopo mesi di dibattito, ancora non è chiaro l’orientamento dell’esecutivo. Per Davide Tripiedi, deputato del Movimento 5 Stelle, c’è persino il rischio di varare un’uscita anticipata dal mondo del lavoro poco sfruttabile dagli italiani.



È soddisfatto degli impegni presi dai ministri Padoan e Poletti durante l’audizione di fronte alle commissioni Lavoro di Camera e Senato? Assolutamente no! Padoan è stato molto chiaro, non ci sono risorse sufficienti per dare una soluzione definitiva al grosso problema del sistema pensionistico. Anzi, pare dalle audizioni che il ministro Padoan voglia innalzare l’età pensionabile.  



C’è il rischio di attuare una flessibilità che poi non sarà utilizzata dai lavoratori? Il rischio è vivo. Quante persone sarebbero disposte a rinunciare a una buona quota della propria pensione, soprattutto se pensiamo al fatto che si tratta di pensioni già modeste? Un altro rischio è dare il bonus a chi decide di proseguire l’attività lavorativa a seguito della maturazione dei requisiti di pensionamento. Questo fenomeno andrà a intralciare il ricambio generazionale.

In concreto come può tradursi una flessibilità pensionistica che sia sostenibile tanto per lo Stato quanto per i lavoratori? Non esiste flessibilità sostenibile se non vi è una contribuzione corrente importante e continuativa. Mi spiego meglio. Abbiamo un giovane su due senza lavoro, siamo il secondo Paese in Europa per emigrazione dietro alla Romania. Inoltre, a causa della situazione di incertezza generale, la natalità è ferma allo zero. Detto ciò, come si fa a sostenere 22 milioni di erogazioni pensionistiche se non abbiamo un numero sufficiente di lavoratori che dovrebbero contribuire al sistema pensionistico?  



Dove si possono trovare le risorse per attuare la flessibilità? Siamo un Paese in avanzo primario e tagliare le pensioni vuol dire rubare nelle tasche dei cittadini. Inoltre, “grazie” alla Lega Nord è passata la modifica dell’articolo 81 della Costituzione, che ci vincola al pareggio di bilancio. L’Italia si è così legata mani e piedi. Per questa ragione è sempre più difficile trovare le risorse per investire nel Paese e soprattutto sulle persone. Secondo il M5S bisogna sicuramente partire dai privilegi e fare la scelta coraggiosa di dare un vero taglio netto alle pensioni d’oro.

Il governo ha detto che con la legge di stabilità risolverà definitivamente la questione esodati. La ritiene una risposta adeguata? Spero vivamente che si raggiunga questo obiettivo, ma dall’esperienza avuta all’interno della commissione Lavoro di cui faccio parte, sono molto preoccupato.

Perché? Poletti ha fatto la stessa dichiarazione anche l’anno scorso. Puntualmente, però, la promessa è stata disattesa. Ricordo ancora il testo definitivo della sesta salvaguardia che doveva essere la soluzione finale al problema esodati. Il Governo è inaffidabile, parlano i fatti.

In che modo va definita la questione relativa alla proroga di Opzione Donna?

Mi pare un po’ azzardato parlare di proroga di Opzione Donna, che sarebbe del tutto auspicabile ma che non è certamente considerata come una priorità dal Governo: l’unico dato certo è che il fondo destinato all’Opzione Donna è stato svuotato e utilizzato per le manovre elettorali di Renzi. A oggi serviranno nuove coperture finanziare.

 

Ritiene necessarie misure pensionistiche ad hoc per lavoratori precoci e mestieri usuranti?

Certo. La politica in questi anni non ha tenuto conto dei molti cittadini penalizzati dalla manovra Fornero, votata da chi oggi la critica, in primis il Partito democratico. Noi abbiamo individuato un fondo ad hoc in attivo e sottoutilizzato dal 2011, con un avanzo di un miliardo e mezzo di euro. La nostra proposta è di inserire i lavoratori del comparto edile nel fondo usuranti (perché oggi il mestiere del muratore non è definito tale), molti dei quali tra l’altro lavoratori precoci. Abbiamo fatto anche una risoluzione a mia prima firma sul tema, approvata all’unanimità e sottoscritta da tutti i gruppi politici in commissione, ma come al solito il governo ha disatteso le aspettative dei lavoratori in primis e di tutti i componenti della commissione Lavoro, svuotando il fondo. Nonostante tutto, siamo riusciti a far calendarizzare la nostra proposta di legge sullo stesso tema. Faremo di tutto per portare a casa questo grande risultato.