«Le uscite anticipate dal lavoro potranno avvenire soltanto con l’utilizzo di una sorta di Opzione Donna applicata a tutti, quindi con forti perdite sull’assegno mensile e con l’applicazione del contributivo sull’intera vita lavorativa». A prevederlo è Mario Seminerio, direttore del blog Phastidio.net. Il presidente dell’Inps, Tito Boeri, nei giorni scorsi ha pubblicato sul sito dell’Istituto il piano sulle pensioni che quest’estate aveva illustrato al governo in forma riservata. Un testo in 69 pagine, con il titolo “Non per cassa ma per equità”, con le caratteristiche di un vero e proprio disegno di legge strutturato in 16 articoli. Il governo per il momento ha rimandato qualsiasi decisione, anche se secondo il ministro del Lavoro, Giuliano Poletti, la flessibilità pensionistica arriverà l’anno prossimo.



Seminerio, si riuscirà a fare la flessibilità pensionistica per tutti?

Penso che sarebbe estremamente costoso. Ritengo che ci si debba limitare alla definizione di casi di lavori usuranti, o meglio a ridefinirli, visto che la casistica esiste già ora. In Italia esiste una furibonda pressione per abbassare l’età pensionabile, anche quando non c’è motivo per farlo. Questo finirebbe per l’ennesima volta con il mettere in disequilibrio i conti. Non è dunque questa la priorità del Paese.



In molti dicono che la flessibilità rilancerebbe il lavoro tra le nuove generazioni. È così?

No. Dovrebbe essere chiaro a tutti che un aumento dell’occupazione giovanile non viene necessariamente da un aumento delle uscite di soggetti anziani. Questa è una vecchia leggenda che in Italia è molto dura a morire. Occorre mettere il sistema in equilibrio, con una ridefinizione dei criteri.

Con quali modalità è possibile attuare la flessibilità?

Per quanto mi riguarda, le uscite anticipate dal lavoro potranno avvenire soltanto con l’utilizzo di una sorta di Opzione Donna applicata a tutti, quindi con forti perdite e con l’applicazione del contributivo sull’intera vita lavorativa. In alternativa, qualsiasi soluzione dovrà prevedere un esborso specifico da parte del datore di lavoro, eventualmente interessato a liberarsi del lavoratore anziano. Altre soluzioni non ne vedo.



Perché?

Con le condizioni dei conti pubblici del nostro Paese e con questa continua spinta a mandare la gente in pensione anticipata, prima o poi finiremo in guai ancora più grandi di quelli in cui già siamo.

Ritiene che la proposta di Boeri sia fattibile?

Tecnicamente è fattibile, anche se poi il vero nodo è politico. Tra l’altro la proposta del presidente dell’Inps è costruita in modo equo, perché ipotizza un taglio su assegni che sono molto alti, e soprattutto per i quali c’è uno squilibrio tra i contributi versati e il rendimento dei contributi stessi. A ciò si aggiunge l’aspetto “risarcitorio” che consiste nel colpire i vitalizi politici. Mi aspettavo una proposta di questo tipo, che era stata a lungo ponderata e preannunciata da Boeri stesso.

È meglio mantenere le cose come stanno o attuare la riforma proposta da Boeri?

La proposta di Boeri ha il merito di considerare la situazione degli over 55 che perdono l’occupazione e non riescono a ritrovarla. Oggettivamente è molto difficile rientrare nel mondo del lavoro in quella fascia d’età. Continuare con la finzione di considerare come esodati quanti hanno perso il lavoro avrebbe d’altra parte effetti dirompenti per i conti dello Stato.

In che senso ci sarebbe questa “finzione” sugli esodati?

La definizione di esodati fornita nella legge Fornero ha una precisa connotazione giuridica: sono le persone che si trovano senza reddito nel passaggio tra la fine dell’attività lavorativa e l’inizio della percezione dell’assegno pensionistico. Invece c’è una fortissima spinta politica e sindacale per definire come esodati anche quanti hanno perso il lavoro, hanno più di 55 anni e non hanno ancora i titoli per percepire la pensione.

La proposta del presidente Inps risolverebbe questo nodo?

Sì. Il piano di Boeri è un minimo vitale e una soluzione ponte, che come tale riduce l’esborso potenziale per lo Stato. Se non interverrà una soluzione di questo tipo, alla fine avremo esodati per molti anni a venire, un’esplosione della spesa pensionistica impropria, non legata alla contribuzione, e soprattutto una flessibilità in uscita che dopo essere stata bocciata da Padoan per motivi di costi, rientrerà dalla finestra pur essendo uscita dalla porta.

 

(Pietro Vernizzi)