Stefano Biasioli va all’attacco di Tito Boeri. Il Segretario generale di Confedir, la Confederazione autonoma dei dirigenti quadri e direttivi della Pubblica amministrazione, dalle pagine di formiche.net, analizza lo strano rapporto tra il Presidente dell’Inps e Matteo Renzi, arrivando a questa conclusione: “Delle due, l’una. O è un gioco delle parti, per vedere che effetto fanno sulla gente le sciagurate e improvvide esternazioni di Boeri, oppure il suo destino sarà segnato, prima delle amministrative di primavera”. La conclusione di Biasioli su Boeri è molto netta: “Secondo noi, è preferibile che – come tanti altri tecnici, prima di lui – si metta da parte, per evitare di essere rottamato, a furor di popolo, tra pochi mesi”.  Incontrando i quadri e i delegati della Cgil di Piacenza, Susanna Camusso è tornata a parlare della Legge di stabilità e degli interventi in tema previdenziale. La leader sindacale ha sottolineato come la mancanza della flessibilità pensionistica si tramuti in un blocco del turnover che impedisce di creare nuove opportunità di lavoro. Critiche sono state rivolte anche ai tagli che colpiscono chi ha bisogno di assistenza e al Jobs Act, ritenuta una legge che riduce i diritti delle persone. “Il nostro obiettivo – ha spiegato la Camusso – è costruire un nuovo statuto dei diritti delle lavoratrici e dei lavoratori”. 



Con il rinvio delle modifiche alla Legge di stabilità in tema previdenziale, i lavoratori precoci rischiano di rimanere ancora a “mani vuote” e per questo si appellano a Cesare Damiano, dato anche che la manovra potrà essere emendata alla Camera. Sui social network si leggono alcuni messaggi di persone che, nonostante abbiano lavorato per 40 anni, non riescono ad andare in pensione perché sono “giovani”, nel senso che non hanno nemmeno 60 anni e dunque non soddisfano i requisiti richiesti dalla legge Fornero. In alcuni casi, poi, questi lavoratori precoci un lavoro non ce l’hanno più. Se almeno passasse la “Quota 41” proposta dal Presidente della commissione Lavoro della Camera, potrebbero andare in pensione, indipendentemente dall’età anagrafica e senza penalizzazioni, se hanno accumulato almeno 41 anni di contributi. 



Cesare Damiano ha spiegato quelle che probabilmente saranno le “linee guida” per gli emendamenti da presentare alla Legge di stabilità in tema di pensioni durante il passaggio parlamentare alla Camera. Anzitutto bisognerà rivedere Opzione Donna in modo che non siano escluse le italiane nate nell’ultimo trimestre dell’anno. Poi occorrerà alzare la no tax area  per le pensioni già dal 2016. Quindi bisognerà ampliare la settima salvaguardia per gli esodati ai familiari di disabili e trovare una soluzione per i circa 20.000 che rimarrebbero esclusi dal provvedimento governativo. Infine, per l’anno prossimo Damiano vorrebbe poter introdurre la flessibilità nel sistema pensionistico. Tuttavia senza che si ricorra a un ricalcolo con il sistema contributivo delle pensioni in essere. 

Tito Boeri finisce ancora una volta nel mirino di Franco Abruzzo. Il Presidente dell’Inps, in un’intervista a Il Gazzettino, ha infatti spiegato di aver fatto sui vitalizi proposte condivise con il Governo. Ma l’ex Presidente dell’Ordine dei giornalisti, ora a capo dell’Unpit, invita il Professore bocconiano a prendere atto del fatto che con un odg del Senato, accolto dall’esecutivo, si chiede di non toccare o ricalcolare gli assegni in essere. “Renzi ti ha mollato da tempo. Ti conviene dimetterti per salvare la faccia di bocconiano”, aggiunge Abruzzo. 

Si riparte daccapo sulla riforma delle pensioni nella Legge di stabilità. Si ritorna infatti al testo presentato dal Governo su questo come su altri temi. La conferma arriva da Magda Zanoni, senatrice del Pd e relatrice del testo all’esame di palazzo Madama. Sulla sua pagina Facebook ha scritto che: “Ci sono temi che saranno trattati alla Camera e pertanto tutti gli emendamenti relativi tutti bocciati ‘tecnicamente’: Regioni/organizzazione sanità e province , sono ancora aperti i tavoli con il Governo; pensioni, il governo sta ancora vagliando le proposte; giochi, tutti gli emendamenti respinti compresi quelli sulla pubblicità che verrà esaminato nell’insieme delle modifiche”.

Dunque, come si sapeva già ieri, le proposte in tema previdenziale dovranno essere ridiscusse a Montecitorio. La novità sta che ora è noto il motivo di questo “rinvio”: il governo sta ancora vagliando le proposte. La cosa se vogliamo strana della vicenda è che c’era un tema che sicuramente poteva essere affrontato subito: Opzione donna. Pare infatti palese che non permettere ad alcune italiane di utilizzarla solo perché nate nell’ultimo trimestre dell’anno è un’ingiustizia. Analogamente, se il Governo aveva riconosciuto che gli esodati ancora in attesa di salvaguardia erano 49.500 e con il provvedimento nella Legge di stabilità, ritenuto “esaustivo” del caso, ne tutela di meno, vuol dire che qualcosa non va. Di sicuro in tutta questa vicenda l’esecutivo non ci fa quindi una bella figura.