Le proposte di riforma delle pensioni targate Tito Boeri hanno ricevuto molte critiche, ma sembra che non spariranno dal dibattito politico. Enrico Zanetti, sottosegretario all’Economia, ritiene infatti che le dichiarazioni del Presidente dell’Inps siano “state a dir poco inopportune”, dato il ruolo che riveste”, ma “la sostanza della generalità delle proposte contenute nel suo piano è per noi di Scelta Civica molto convincente e ci impegneremo perché restino al centro del dibattito politico nei prossimi mesi”. Probabile quindi che possano continuare a essere presenti nelle discussioni in vista della flessibilità pensionistica annunciata dall’esecutivo per il 2016. Un nuovo capitolo sembra aprirsi nel dibattito sulla riforma delle pensioni: quello dei contributi silenti. A sollevare il tema un’interrogazione a risposta scritta di Andrea Maestri, ex deputato Pd ora passato al gruppo Alternativa Libera-Possibile, al ministro Poletti con la quale si chiede un intervento sui contributi versati all’Inps, che non sono sufficienti a maturare alcun trattamento. Maestri ricorda che “è dal 2011 che i Radicali Italiani promuovono iniziative per chiedere all’Inps la restituzione dei contributi silenti”. “Il ragionamento dei radicali è molto semplice, logico e facilmente condivisibile: se si versano dei fondi per avere una pensione, ma in realtà non si avrà diritto a percepirla, è giusto che questi fondi siano restituiti”. Maestri chiede dunque a Poletti “se il Governo preveda di assumere iniziative per affrontare e risolvere definitivamente” la questione.  Una spinta per la proroga di Opzione donna fino al 2018, chiesto da diverse italiane tramite comitati, arriva dalla Uil. Il Segretario confederale Domenico Proietti ha infatti spiegato che nonostante si tratti di una misura fortemente penalizzante, Opzione donna andrebbe “attivata fino al 2018”. Per il sindacalista bisognerebbe poi prevedere “una vera e propria contribuzione per i periodi di  congedo per maternità e per la cura della famiglia” delle donne, oltre che una flessibilità pensionistica che permetta di scegliere quando lasciare il lavoro, “senza penalizzazioni oltre quelle implicite nel sistema contributivo”, in un range di età tra i 63 e i 70 anni. 



Il Governo Italiano presieduto dal Premier Matteo Renzi ed in particolare il Ministro dell’Economia Pier Carlo Padovan, ha ottenuto un importante riconoscimento da parte dell’EuroGruppo che ha avallato in pieno la Legge di Stabilità che in queste ore sta completando il proprio iter nelle Camera dei Deputati prima di essere approvata. Un riconoscimento importante che fa il paio con quello incassato dalla Commissione Europea anche se va sottolineato come resta del prossimo periodo di primavera per valutare se e che con modalità verrà concessa la tanto agognata flessibilità in uscita dal mondo del lavoro. Un passaggio cruciale quest’ultimo in quanto grazie esso verrà deciso se togliere o meno l’etichetta “a rischio di non rispetto Patto”. Dal proprio canto il Ministro Padoan ha rilasciato dichiarazioni di grande soddisfazione in merito alla valutazione aggiungendo una certa tranquillità da parte del Governo rispetto all’appuntamento primaverile anche perché rimarca come le richieste avanzate da Bruxelles siano state in effetti già attuate. Non resta che vedere come nel frattempo si evolverà la vicenda relativa alla flessibilità e come essa verrà concepita.

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