La busta arancione, che servirà agli italiani per capire a quanto ammonterà la loro pensione, verrà inviata solo a 150mila italiani quest’anno. Lo ha detto Tito Boeri, spiegando che la spesa per la spedizione della documentazione a casa degli italiani è stata contingentata e “non ci è stata data l’autorizzazione dai ministeri per superare il vincolo di spesa”. Il Presidente dell’Inps ha spiegato che la busta arancione arriverà alle “categorie coperte”, in cui non rientrano i dipendenti pubblici, “che non hanno il Pin”, cioè il codice per accedere alla simulazione on line sul sito dell’Inps. Se nella Legge di stabilità verrà sbloccata la spesa, il grosso delle buste arancioni, ha aggiunto Boeri, verrà spedito subito dopo. I lavoratori precoci sembrano molto agguerriti contro Enrico Zanetti. Il sottosegretario all’Economia, parlando a Rai 3, aveva infatti detto di ritenere giusto poter andare in pensione dopo 40 anni di lavoro, purché il calcolo dell’assegno avvenisse attraverso il metodo contributivo. Dichiarazioni che non sono andate giù ai lavoratori precoci, che si ritengono fin troppo penalizzati dalla legge Fornero che li ha di fatto allontanati dalla pensione. Impensabile per loro dover vedere una decurtazione dell’assegno pensionistico dopo aver lavorato per così tanti anni. Per questo alcuni hanno deciso di scrivere a Zanetti, rendendo pubblico sui social network il contenuto delle loro missive.
Sabato i sindacati erano insieme in piazza per manifestare in favore dei lavoratori pubblici, che attendono da anni di poter ridiscutere il proprio contratto di lavoro, in particolare nella parte relativa alla retribuzione. Le confederazioni hanno trovato, come in passato, unità di intenti e Carmelo Barbagallo, Segretario generale della Uil, ha ricordato che la stessa compattezza c’è anche sul fronte delle pensioni. Il 17 dicembre, infatti, Cgil, Cisl e Uil saranno ancora impegnate in tutta Italia (a Torino, Firenze e Bari) proprio per chiedere delle modifiche certe e rapide alla legge Fornero. Vedremo a quali risultati porterà questa nuova mobilitazione.
La Rete dei Comitati degli esodati lancia l’allarme: il Governo vorrebbe utilizzare oltre mezzo miliardo del “Fondo esodati” per finanziare le spese per il Giubileo e il “dopo Expo”. La conferma, spiega una nota della Rete, la si trova nel decreto legge 25/11/2015 n. 185. Il Fondo esodati, lo ricordiamo, è quello costituito dai risparmi derivanti dalle sei salvaguardie finora approvate e, ricordano gli esodati stesso, le sue risorse dovrebbero essere utilizzate per cercare di dare una copertura alle circa 50.000 persone che ne sono ancora prive. Già a settembre, ricorda la nota, il Governo aveva provato a utilizzare 500 milioni del Fondo per altri scopi, ma la protesta dei comitati, dei sindacati e dei membri delle commissioni parlamentare del Lavoro aveva portato a una “retromarcia” dell’esecutivo.
La Rete ricorda poi che già è in atto il tentativo di utilizzare oltre 400 milioni del Fondo per il prolungamento di Opzione donna e di provvedimenti per il sostegno al reddito e l’aumento della no tax area per i pensionati. Oltre a chiedere che le risorse non vengano distratte dal Fondo, gli esodati tornano a chiedere una settima salvaguardia che copra tutti coloro che sono ancora rimasti privi di tutela e non solo una parte (poco più della metà) come previsto nella Legge di stabilità.