Non è la prima volta che Enrico Morando pronuncia parole sgradite per chi vorrebbe la flessibilità pensionistica. Il provvedimento in merito, come si sa, è stato rimandato da Matteo Renzi al 2016. Ma il viceministro dell’Economia, intervistato da Affaritaliani.it, tira il “freno a mano” per l’ennesima volta, dicendo che “la proposta che avanzeremo, ammesso che la avanziamo, la avanzeremo solo nel 2016”. Morando ha aggiunto che la scelta del Governo “dipende dalla valutazione che faremo. Dipende dalle condizioni di finanza pubblica, dal contesto che ci sarà allora e da numerosi fattori che adesso non sono ancora perfettamente valutabili”. In ogni caso ha garantito che si tratterà di una scelta politica e non tecnica.  Anche la Cisal si schiera contro le proposte di Tito Boeri in tema di riforma delle pensioni. Il Segretario generale Francesco Cavallaro le ha bollate come “poco lungimiranti”, pur apprezzando il fatto che dimostrano che è necessario riconfigurare il sistema previdenziale italiano. Per la Confederazione italiana sindacati autonomi lavoratori, il Presidente dell’Inps punta troppo sul calcolo contributivo, “come fosse la panacea di tutti i mali, dimenticando, più o meno consapevolmente, che il vero problema è costituito dai salari troppo bassi”. Senza dimenticare che il metodo contributivo porterà a pensioni più basse e quindi a un impoverimento del Paese. 



La flessibilità pensionistica non arriverà nel 2016. Questo è quello che ipotizza La Repubblica, in un articolo in cui spiega che il Governo sta studiano un “delega lunga” per la riforma delle pensioni, per la quale potrebbe prendere in considerazione il piano Boeri diffuso nelle ultime ore. Una delega che conterrà anche la flessibilità e che sarà presentata nel 2016 come annunciato da Renzi e ribadito da Poletti, ma che tuttavia sarà resa operativa attraverso dei decreti attuativi all’inizio del 2017. Dunque ci sarebbe non poco da attendere per gli italiani che sono vicini all’età pensionabile. 



Spunta un nuovo emendamento alla Legge di stabilità in tema previdenziale. A presentarlo è stato Giorgio Santini, capogruppo del Pd in commissione Bilancio del Senato. La proposta è di concedere un prestito di 800-900 euro alle persone che restano senza lavoro e sono vicine alla pensione (circa 2-3 anni) fino al momento in cui potranno andare in quiescenza. Santini ha anche detto che l’intenzione del Partito democratico è quella di anticipare l’aumento della no tax area per i pensionati al 2016. 

Carla Cantone liquida in fretta le polemiche sulle proposte di Tito Boeri, spiegando che “a noi interessano quelle del Governo”. Il Segretario generale dello Spi-Cgil ha ricordato che è stato aperto un tavolo di confronto con il ministro Poletti, che sta affrontando diversi temi, come “la tutela delle pensioni, che hanno perso il 30% del loro potere d’acquisto negli ultimi 15 anni, il welfare e la non autosufficienza”. Dunque le proposte del Presidente dell’Inps vengono giudicate legittime, ma la sindacalista tiene più a rimarcare quali sono i luoghi dove i risultati concreti possono essere ottenuti. 



Nella proposta articolata di riforma delle pensioni targata Boeri che tanto sta facendo discutere c’è anche la flessibilità pensionistica. Il Presidente dell’Inps propone una pensione anticipata a chi ha raggiunto i 63 anni e 7 mesi di età, avendo 20 anni di contributi e la maturazione di un assegno pari almeno a 1.500 euro. Ci sarebbe da scontare una penalizzazione per questo accesso anticipato alla pensione, stimato in un massimo del 10%. A differenza delle varie proposte presentate negli ultimi mesi, quella di Boeri si differenzia quindi per un importo minimo richiesto per accedere alla pensione e per un tetto più basso riguardante invece l’anzianità contributiva. 

Le proposte di Boeri suscitano ancora polemiche da parte politica. Renata Polverini spiega infatti che esistono già in Parlamento delle ipotesi di riforma delle pensioni condivise da diversi partiti e dunque il Presidente dell’Inps farebbe meglio a occuparsi d’altro. La vicepresidente della commissione Lavoro della Camera ricorda infatti che ci sono molti lavoratori costretti ad attendere per mesi il versamento della cassa integrazione o che ancora non è chiaro il numero esatto degli esodati ancora in attesa di salvaguardia. Questi sarebbero i temi di cui si dovrebbe occupare Boeri. 

Le scelte del Governo in tema previdenziale continuano a scatenare le proteste dei sindacati. Annamaria Furlan è tornato a criticare l’esecutivo sul fatto che nella manovra non ha modificato la legge Fornero. “Il ministro Poletti ha annunciato la controriforma per il 2016, ma siamo stufi di annunci, di ipotesi di opinionisti, economisti, ministri e del presidente dell’Inps”, ha detto a margine di un’assemblea a Milano. Il Governo, per la leader della Cisl, deve quindi iniziare una trattativa seria con le Parti sociali per cambiare davvero la legge Fornero. 

L’Inps guidato da Tito Boeri ha presentato un documento contenente tutte le proposte avanzate al Governo dal mese di giugno in avanti. Secondo l’istituto è essenziale abbattere la povertà almeno del 50% ed inoltre riuscire a garantire una maggiore flessibilità sia in un’uscita che in ingresso dal mondo del lavoro con particolare attenzione verso gli over 55. Tra le proposte concrete avanzate dall’Inps la più interessante è senza dubbio quello del Reddito Minimo Garantito pari a 500 euro che poi diventerebbero 400 euro nei prossimi due anni. Si tratta di un sostegno da fornire mensilmente alle famiglie che hanno almeno un componente con più di 55 anni che ovviamente si trova in una situazione di difficoltà. Un documento che quindi è destinato a far discutere soprattutto dopo le tante polemiche nate all’indomani dell’intervista rilasciata da Tito Boeri in una nota trasmissione televisiva in onda su La7.