Riforma pensioni 2015, l’intervista a Patrizia Maestri (Pd), membro della commissione Lavoro della Camera  La proroga di Opzione Donna, uno strumento riservato alle lavoratrici che consente loro di andare in pensione in anticipo, avverrà solo se “dovesse risultare un onere previdenziale inferiore rispetto alle previsioni di spesa”. Il 30 settembre di ogni anno avverrà quindi un monitoraggio rispetto alle condizioni di bilancio. E’ quanto stabilito da un emendamento alla legge di stabilità in discussione alla commissione Bilancio. Un altro emendamento presentato dal governo prevede invece che l’aumento della no tax area per i pensionati sia anticipato al 2016. Abbiamo chiesto un commento a Patrizia Maestri, deputato del Pd e membro della commissione Lavoro.



Onorevole, com’è la situazione per quanto riguarda gli emendamenti alla legge di stabilità in tema di pensioni e previdenza? Al centro del dibattito ci sono gli emendamenti che riguardano Opzione Donna e il riscatto dei contributi per laurea e maternità. Per noi sono estremamente importanti perché rappresentano delle correzioni della manovra Fornero. Altri emendamenti sono stati accantonati con l’idea di una riformulazione, come per esempio quello che riguarda gli stagionali e l’erogazione della Naspi, che pensiamo possa essere riformulato.



Lei è d’accordo su tutti questi emendamenti? Sì, li ho sottoscritto tutti. Anche se si tratta di emendamenti parziali in quanto la manovra Fornero rimane così com’è per quanto riguarda l’età pensionabile, ma sono corrette delle ingiustizie che sono state prodotte da quella legge.

Quali sono le altre richiesta presentate in commissione Lavoro? La legge di stabilità prevedeva che fossero sanati 29mila esodati, mentre noi riteniamo che siano di più e quindi abbiamo presentato un emendamento. Abbiamo chiesto un incremento per quanto riguarda la Discoll per i lavoratori precari, e anche questo potrebbe essere riformulato. Gli emendamenti formulati dalla commissione Lavoro vanno dalla previdenza agli ammortizzatori sociali, e quindi sono abbastanza corposi anche come costi.



E’ d’accordo sul fatto di anticipare la No tax area per i pensionati al 2016? E’ un modo per sanare un’ingiustizia. Nel decreto emanato sulla base della sentenza della Corte di Cassazione era stata bloccata la perequazione che normalmente scatta a gennaio. Anche se negli ultimi anni questo aumento è stato molto ridotto. Introdurre per i pensionati la stessa No Tax area di cui beneficiano i lavoratori attivi sarebbe restituire qualcosa a chi non ha ricevuto neanche gli 80 euro.

Le lavoratrici nate negli ultimi tre mesi dell’anno sono state escluse da Opzione Donna. Perché?

Estendere Opzione Donna di altri tre mesi avrebbe avuto un costo pari a circa 500 milioni di euro. I criteri stabilivano di arrivare a settembre 2015, in quanto è stata inserita successivamente l’aspettativa di vita. Chi fino a settembre matura i criteri ha diritto a utilizzare questa possibilità. E’ comunque molto ingiusto non potere accedere allo stesso trattamento per quanti compiono gli anni dall’1 ottobre al 31 dicembre. Stiamo parlando di donne che non hanno più il lavoro, e per le quali questo strumento potrebbe essere una possibilità per vedersi garantita comunque una pensione. Noi puntiamo parecchio sul fatto di riammetterle perché riteniamo che sia una questione di giustizia.

L’M5S ha presentato un emendamento in cui chiede che quello degli edili sia considerato un lavoro usurante. Lei che cosa ne pensa? Quella in commissione con l’M5S è stata una discussione costruttiva. Purtroppo nell’economia della legge di stabilità questo intervento non ci sta. Anche se sono convinta del fatto che per i lavoratori edili la possibilità di avere un’uscita flessibile sia una necessità. Non però come lavoro usurante: ci sono lavori considerati faticosi che dovrebbero prevedere un’opzione per uscire prima dell’età pensionabile.

 

(Pietro Vernizzi)