Il Comitato Opzione donna, vero punto di riferimento su Facebook (e non solo) per le italiane che si sono battute (e si stanno battendo) per poter andare in pensione con il regime sperimentale approvato nel 2004, prima con una class action contro l’Inps, poi con un forte pressing su Parlamento e Governo, chiuderà i battenti il 31 dicembre. La notizia è stata confermata da Orietta Armiliato, referente per la comunicazione del gruppo, la quale ha spiegato che l’obiettivo che il Comitato si era dato è stato raggiunto. Le nate nell’ultimo trimestre del 1958 e del 1957 si sono nel frattempo organizzate con un gruppo autonomo, in cui continueranno la loro battaglia per poter anche loro accedere presto a Opzione donna. Una novità importante arriva con la Legge di stabilità che potrà dare un po’ di “tranquillità” ai pensionati. Nella manovra è stata infatti inserita una norma che farà sì che anche in caso di variazione negativa dell’indice dei prezzi la rivalutazione degli assegni pensionistica non possa scendere sotto lo zero. In questo modo gli assegni vengono protetti dall’inflazione negativa o deflazione, evitando che vi sia una loro riduzione. La disposizione non ha scadenza e quindi non andrà rinnovata ogni anno. 



C’è molta apprensione tra le italiane nate nell’ultimo trimestre del 1957 e del 1958: potranno accedere a Opzione donna? Per ora la Legge di stabilità ha infatti previsto che ciò avverrà nel caso ci siano dei risparmi rispetto alle risorse ora stanziate (2,5 miliardi di euro) a seguito del monitoraggio che verrà eseguito entro la fine di settembre 2016. Maria Luisa Gnecchi, capogruppo del Pd nella commissione Lavoro del Senato, è molto ottimista in merito e in un’intervista a blastingnews.it si dice sicura che “i risparmi possano permettere alle donne dipendenti che compiono 57 anni e se autonome 58 nel quarto trimestre 2015 di andare in pensione”. 



Cesare Damiano ha salutato con favore le manifestazioni unitarie tenute da Cgil, Cisl e Uil sul tema delle pensioni. Il Presidente della commissione Lavoro della Camera ha voluto ricordare che esistono delle proposte di legge, come quella che porta il suo nome, in materia e che corrispondono grosso modo alle istanze dei sindacati. “Noi tutti lavoreremo affinché nel 2016 il tema della flessibilità diventi centrale: si tratta di un impegno più volte promesso dallo stesso Matteo Renzi, che può favorire, con il ricambio del turnover, l’ingresso dei giovani nel mondo del lavoro”, ha spiegato Damiano. 



Giuliano Poletti non sembra intenzionato a parlare di pensioni. Almeno per il momento. Ieri il ministro del Lavoro ha infatti tenuto una “linea diretta” su Facebook nel pomeriggio, durante la quale ha risposto a domande sul tema “Giovani e lavoro”. Tuttavia qualcuno ha cominciato a porgli questioni riguardanti la flessibilità pensionistica. E a quel punto Poletti ha voluto precisare: “Affronteremo il tema delle pensioni in un’altra occasione, grazie”. Di certo ci saranno diversi italiani pronti a fargli delle domande quando ne avranno la possibilità. In particolare sulla “promessa” di un intervento di riforma delle pensioni nel 2016. 

Mentre è stata ormai presa la decisione di rinviare al prossimo anno la riforma della legge Fornero ed inserire un dispositivo per regolare al meglio la flessibilità in uscita, arrivano delle buone notizie per quanto riguardano alcuni ambiti del sistema pensionistico. Nello specifico il Governo Renzi ha deciso di accogliere l’invito avanzato dal presidente dell’Inps Tito Boeri, impostando a mille euro il tetto massimo per ritirare in contante l’assegno pensionistico mensile mentre nella stessa legge di stabilità viene innalzato a tre mila il limite per effettuate pagamenti in contanti. Inoltre, alle novità già annunciate nei giorni scorsi con l’area no tax innalzata a quota 8 mila euro ed il prolungamento a tutto il 2016 delle tutele in caso di disoccupazione per i lavoratori precari (dis-coll) ne è stata annunciata un’altra senza dubbio molto interessante. Nello specifico si tratta di cumulare il riscatto degli anni di laurea con il riscatto del periodo di maternità facoltativa fuori dal rapporto di lavoro.