Riforma pensioni 2015, l’intervista a Roberto Simonetti «La Lega nord propone la proroga di Opzione Donna fino al 2018 e Quota 100 come forma di flessibilità pensionistica sperimentale in legge di stabilità». A spiegarlo è Roberto Simonetti, deputato della Lega nord, segretario della commissione Lavoro alla Camera ed ex presidente della Provincia di Biella. Domenica 6 dicembre la Camera dei deputati inizierà a esaminare i 5mila emendamenti alla legge di stabilità, alcuni dei quali riguardano anche tematiche pensionistiche e previdenziali. La discussione riguarda soprattutto la settima salvaguardia per gli esodati e Opzione Donna, che al momento copre soltanto le lavoratrici che raggiungono l’età prefissata nei primi nove mesi dell’anno.



Onorevole Simonetti, quali emendamenti sosterrà la Lega nord? I nostri emendamenti riguardano la settima salvaguardia degli esodati, Quota 100, la proroga di Opzione Donna anche al quarto trimestre e l’aumento della no tax area per i pensionati. Ora attendiamo le ammissibilità.

La Lega ha presentato i suoi emendamenti o appoggerete quelli di Cesare Damiano? Gli emendamenti del presidente Damiano sono stati votati in commissione Lavoro, e in quanto tali saranno proposti all’interno della commissione Bilancio. La Lega non ha prodotto emendamenti in commissione Lavoro, ma direttamente in commissione Bilancio.



Avete delle osservazioni in merito? Per quanto riguarda le modifiche chieste dal presidente Damiano, non condividiamo l’aumento dell’imposizione sul gioco d’azzardo per coprire Opzione Donna, che vorremmo sostituire con una tassa sul Money transfer. Ma a parte questo, lo spirito delle proposte di Damiano è positivo, tanto che noi abbiamo prodotto degli emendamenti analoghi in commissione Bilancio. Noi comunque non ci sottraiamo alla responsabilità di risolvere i problemi, e lo dimostreremo nel corso del dibattito in commissione Bilancio.

In che modo? Noi siamo favorevoli alla risoluzione di queste problematiche, e faremo tutte le pressioni politiche necessarie affinché si arrivi alla meta. Preferiremmo che ciò avvenga attraverso i nostri emendamenti, perché il Pd è molto bravo a mettere il suo cappello sul lavoro degli altri, anche se è proprio quel partito che ha creato i problemi sia per quanto riguarda gli esodati, sia per quanto riguarda Opzione Donna.



Opzione Donna va prorogata ulteriormente? Questo strumento in particolare era stato concepito dal governo Berlusconi come una sperimentazione decennale. Sarebbe da valutare, come noi abbiamo fatto, la possibilità di una sintesi seria del presidente dell’Inps, Tito Boeri, che anziché fare il ministro ombra del Welfare dovrebbe dedicarsi a svolgere il suo lavoro. L’Inps dovrebbe dirci se questo strumento è stato ritenuto valido dalle donne, in modo da prorogarlo fino al 2018. Questa è un’altra battaglia sulla quale noi cercheremo di trovare consenso anche nella stessa legge di stabilità.

Va abolita l’indicizzazione alla speranza di vita?

La sentenza del Tar dà spazio a recepire il 31 dicembre 2015 come data completa per poter andare in pensione con Opzione Donna. Per il tribunale, dal momento che si tratta di una sperimentazione, nulla può essere modificato.

Damiano sta pensando a una flessibilità pensionistica sperimentale in legge di stabilità. Come ritiene che vada attuata? Esiste già una semi-flessibilità per i lavoratori con almeno 63 anni, cui è concesso il part time con la contribuzione a carico del datore di lavoro. Per estendere la sperimentazione la nostra proposta è quella di Quota 100. La commissione ha chiesto ufficialmente all’Inps e al governo di quantificare i costi della proposta 857 di Cesare Damiano. Purtroppo non abbiamo mai ricevuto alcun tipo di quantificazione certa, e questo è da biasimare. Nell’ultima commissione abbiamo dato mandato al presidente di essere maggiormente energico per ottenere questi dati da parte dell’Inps.

 

(Pietro Vernizzi)