Non ci sono solo i sindacati confederali a protestare contro la mancata riforma delle pensioni da parte del Governo Renzi. Anche l’Usbm Pensionati, infatti, ha preso una posizione molto netta contro l’esecutivo. L’accusa è quella di non aver restituito tutti i soldi dovuti per la mancata indicizzazione delle pensioni stabilita dal Governo Monti e bocciata dalla Corte Costituzionale, cui si aggiunge la scelta di non intervenire per aumentare le pensioni minime. Tutto ciò, unito all’aumento dei ticket sanitari e ai tagli nei servizi, non fa altro che peggiorare la qualità della vita di molti italiani.  Nonostante sia passato del tempo dalla sua diffusione, il rapporto Inps contenente le proposte di riforma delle pensioni volute da Tito Boeri continua a far discutere. Giuliano Cazzola evidenzia, in particolare, che il Presidente dell’Inps sembra voler dare alla flessibilità in uscita un ruolo fin troppo importante. “A suo avviso, alleggerire gli organici dei lavoratori più anziani favorirebbe i processi di ristrutturazione”, si legge in un suo articolo su Formiche.net. L’ex vicepresidente della commissione Lavoro della Camera attacca anche l’idea di tagliare le pensioni d’oro per sostenere gli over 55 disoccupati: una misura che ancora una volta non guarderebbe ai giovani. 



I dipendenti pubblici, in particolare quelli della scuola, rischiano di trovarsi ad affrontare un problema in più per andare in pensione. La contribuzione per loro è stata da sempre calcolata in anni, mesi e giorni, con la possibilità di un arrotondamento superata la soglia dei 16 giorni. Per fare un esempio pratico, raggiunti i 41 anni, 9 mesi e 16 giorni c’era un arrotondamento che portava i contributi a 41 anni e 10 mesi. C’era, appunto, perché con la Legge Fornero sembra che l’arrotondamento non sia più possibile. Il Miur l’ha ribadito in una circolare e questo potrebbe creare dei problemi al personale scolastico. Anche pochi giorni possono fare la differenza per riuscire ad andare in pensione a settembre 2016. 



Alcune settimane fa si era molto parlato dei magistrati che sarebbero stati costretti ad andare in pensione per via delle nuove normative in materia per il personale pubblico. Alcuni di loro erano molto noti al pubblico per via delle inchieste condotte nel corso degli anni. Ebbene, il loro pensionamento è sospeso. Infatti alcuni magistrati si erano rivolti ai giudici amministrativi per bloccare l’efficacia dei provvedimenti di collocamento a riposo emessi dal Csm. Il loro ricorso era stata accolto e il ministero della Giustizia aveva chiesto al Consiglio di Stato un riesame della sospensione dei provvedimenti, che però è stata dichiarata inammissibile. 



La Legge di stabilità non crea lavoro aggiuntivo, non riduce le disuguaglianze e non mette un rimedio all’ingiustizia rappresentata dalla riforma Fornero. Questa è la posizione della Cgil espressa dal Segretario confederale Danilo Barbi. Certo il sindacato di Susanna Camusso non ha mai mostrato di apprezzare la manovra del Governo Renzi, ma sembra esserci una sottolineatura particolare sulla mancanza di interventi importanti sulle pensioni, nonostante l’aumento della no tax area. A questo proposito, infatti, Barbi ricorda che la Cgil, insieme a Cisl e Uil, ha aperto una vertenza con il Governo per cambiare la legge delle pensioni. I sindacati, in particolare, chiedono che ci sia la flessibilità in uscita a 62 anni e che venga approvata Quota 41 per i lavoratori precoci. 

Come noto, la settima salvaguardia per gli esodati approvata con la Legge di stabilità darà l’accesso alla pensione a 26.300 persone. Tuttavia la Rete dei Comitati degli esodati da tempo aveva segnalato come il provvedimento non fosse sufficiente a dare una tutela a tutti coloro che ne avevano diritto (sembra infatti che resteranno escluse 23.000 persone). Per questo ora consiglia a tutti gli esodati, anche quelli che non rientrerebbero nella settima salvaguardia, di presentare comunque la domanda. Ancora la modalità con cui questa andrà inoltrata non è nota: probabilmente nei prossimi giorni una circolare ministeriale o un messaggio Inps daranno istruzioni in merito. In ogni caso il suggerimento della Rete dei Comitati degli esodati non va visto come un gesto “di rottura” o di protesta. Infatti, se gli esclusi presentassero la domanda, ci sarebbe un effettivo riscontro sul loro numero. In questo modo anche il Governo potrebbe essere messo di fronte al fatto che la settima salvaguardia non può considerarsi definitiva. 

In ogni caso la Rete è anche pronta per iniziative a gennaio, a cui sono ovviamente invitati a partecipare gli esclusi. In particolare sembra che ci sarà una manifestazione a Roma per chiedere a gran voce l’ottava salvaguardia. Un provvedimento su cui Cesare Damiano e Marialuisa Gnecchi, membri della commissione Lavoro della Camera, hanno già fatto sapere di essere pronti a battersi.