La Legge di stabilità ha approvato la settima salvaguardia per gli esodati, ma sembra che non sarà risolutiva: oltre 20.000 persone potrebbero rimanere senza alcuna tutela. Anche per questo una delle coordinatrici degli esodati ha preparato un video, fatto circolare nei giorni precedenti il Natale, in cui viene denunciato come vi sia stata una sottrazione di risorse dal fondo che raccoglieva i risparmi dei sei provvedimenti di salvaguardia approvati prima della manovra. Soldi che potevano essere utilizzati per chiudere una volta per tutte la “pratica”, facendo sì che chi è stato danneggiato dalla Legge Fornero potesse essere definitivamente “tranquillo” circa il suo futuro.



Un dato sul 2015 diffuso negli ultimi giorni è quello dell’aumento del numero di morti tra gli italiani. Mario Giordano vi ha dedicato un articolo su Libero, in cui ha toccato anche il tema delle pensioni. Il giornalista ritiene che l’aumento della mortalità contraddica la scelta di aumentare l’aspettativa di vita. Quindi, “se la rotta demografica si è invertita così rapidamente, perché continuiamo ad alzare l’ età pensionabile?”. La crescita dei decessi dovrebbe quindi far riflettere sulla riforma Fornero e indurre a portare dei cambiamenti al sistema previdenziale. 



Per qualcuno questi sono davvero giorni di festa. E non solo per il Natale. Sulla bacheca Facebook del Comitato Opzione donna c’è infatti chi segnala la sua grande felicità perché l’anno prossimo andrà in pensione. Per esempio, Daniella Maroni, una delle promotrici del Comitato, scrive che il 23 dicembre ha dato le dimissioni e che di conseguenza dal 2 maggio 2016 sarà in pensione grazie alla proroga di Opzione donna contenuta nella Legge di stabilità. Poi evidenzia di aver capito come mai a luglio del 2014 ha dato vita al gruppo: “Ora lo so con certezza perché ASSIEME SI PUÓ e assieme ce l’abbiamo fatta”. Per qualcuno queste sono davvero delle feste speciali.



Le Feste non sono ancora finite, ma i lavoratori precoci già si preparano a riprendere la loro battaglia per vedere approvata la Quota 41, che permetterebbe di poter accedere alla pensione dopo 41 anni di contributi indipendentemente dall’età. Sul gruppo Facebook “Lavoratori precoci uniti a tutela dei propri diritti” si può leggere un post interessante, perché uno degli appartenenti segnala: “In questi giorni parlando con alcuni giovani studenti, con gioia e sorpresa, ho sentito dire “ma anche noi dobbiamo aderire al Vs gruppo” ne va del Ns futuro!”. Senz’altro non può che far piacere sentire che ci sono giovani pronti a sostenere le richieste di chi è più avanti negli anni. Anche perché da alcuni mesi ormai sul fronte delle pensioni non mancano le visioni di una “guerra” intergenerazionale. 

La Rete dei Comitati degli esodati ha deciso di inviare degli auguri di Natale speciali ai membri della commissione Lavoro della Camera. Nel testo vi è un ringraziamento e il riconoscimento del preziosissimo lavoro svolto per rendere possibile la settima salvaguardia che ha dato serenità a 26.300 famiglie italiane. Ma c’è anche la richiesta di non fermarsi qui, perché ci sono altre 24.000 persone che restano senza tutela, “in un limbo che le lascia nell’angoscia dell’incertezza per il loro futuro e nella disperazione nel dover vivere anni in situazione di indigenza”. La Rete chiede quindi ai deputati di cominciare sin da gennaio a lavorare per un’ottava salvaguardia. Gli auguri si concludono quindi con la preghiera di Madre Teresa di Calcutta dedicata al Natale. 

Cesare Damiano resta un “baluardo” per i lavoratori precoci. Sulla bacheca Facebook del gruppo “Pensioni lavoratori, precoci ed esodati” sono state riportate stralci dell’ultima intervista del Presidente della commissione Lavoro della Camera trasmessa su Rai 3. L’ex ministro, oltre a ricordare che i lavoratori precoci non sono professori universitari, ma persone che spesso lavora in catena di montaggio, conferma il suo impegno per Quota 41, ovvero la possibilità di accedere alle pensione dopo 41 anni di contributi, senza penalizzazioni o vincoli di età. Una partita che Damiano, e tutti i lavoratori precoci, sperano possa essere vinta durante il 2016. 

Mentre gli italiani festeggiano il Natale, l’Inps ha diffuso una comunicato per ricordare che a gennaio il pagamento della pensione non avverrà il primo giorno del mese. Come noto, infatti, dallo scorso giugno si è provveduto a dar seguito alla legge che ha unificato il pagamento delle pensioni, portandolo al primo giorno bancabile. In precedenza, infatti, alcuni assegni venivano erogati il giorno 16. Ma per dare modo di avere la cifra disponibile all’inizio del mese è stata presa questa decisione. Che aiuta anche a realizzare dei risparmi, considerato che alcuni pensionati percepivano più di un assegno e per l’Inps era quindi necessario procedere a due bonifici (con relativi costi). Ebbene, tornando a gennaio, la stessa legge che ha unificato i pagamenti ha anche previsto che solo per questo mese l’erogazione avvenga nel secondo giorno bancabile. Per Poste Italiane, questo corrisponde a lunedì 4 gennaio, dato che sabato 2 viene considerato come giorno bancabile. Viceversa, per le banche il pagamento è stabilito per martedì 5 gennaio. Da febbraio la situazione tornerà alla normalità con il pagamento nel primo giorno lavorativo del mese. Ricordiamo anche che resta invariato a 1.000 euro il tetto per il pagamento in contanti delle pensioni, nonostante la Legge di stabilità abbia aumentato la soglia per l’utilizzo delle banconote a 3.000 euro. Questo per accogliere una precisa richiesta dell’Inps, portata in Parlamento dal Presidente Tito Boeri.