I lavoratori precoci si preparano e si organizzano per il 2016. Come prima cosa, si legge nel gruppo Facebook “Pensioni lavoratori, precoci ed esodati”, qualcuno promette di disertare il messaggio di fine anno del Presidente della Repubblica Mattarella, visto che non si è dimostrato sensibile al problema di chi ha iniziato a lavorare a 15-16 e, causa riforma Fornero, non può andare ancora in pensione.



C’è però anche chi è pronto dar vita a comitato di territorio. Per esempio, il 2 gennaio a Torino nascerà il comitato dei lavoratori precoci nord-ovest, cominciando quindi a dare una struttura più definita al gruppo e portare avanti al meglio le proprie istanze.

Una circolare Miur spiega a insegnanti e personale della scuola cosa fare per  accedere Opzione donna dopo la proroga della Legge di stabilità. Le lavoratrici con un’anzianità contributiva di almeno 35 anni e un’età di almeno 57 anni e tre mesi potranno presentare istanza di dimissioni on-line tramite il sistema Polis a partire dal 15 gennaio 2016 ed entro il 15 febbraio, in modo da andare in pensione dal 1° settembre. Dunque per le nate entro il terzo trimestre del 1958 si aprono le porte della pensione anche nel mondo della scuola. Per quelle nate nell’ultimo trimestre dello stesso anno bisognerà invece aspettare ancora.



Cesare Damiano torna a pressare Matteo Renzi sulle pensioni, dicendo al Premier che “va bene andare avanti senza tentennamenti con le unioni civili e con lo ius soli nel 2016, ma non dimentichiamo le pensioni”. Il Presidente della commissione Lavoro della Camera evidenzia che la flessibilità pensionistica è in grado di ridurre il numero dei potenziali nuovi poveri (gli over 60 che restano senza lavoro) e aumentare le opportunità occupazionale per i giovani, grazie al turnover. Damiano ha anche espresso un parere positivo sul fatto che i sindacati abbiano ritrovato unità di azione proprio sul tema delle pensioni.



Susanna Camusso, in un’intervista all’Adnkronos, spiega che quello delle pensioni sarà un tema prioritario per il 2016. “Lo scriviamo a caratteri cubitali, sarà al primo punto del 2016”, ha detto. A proposito delle recenti dichiarazioni di Renzi ha spiegato di non sapere se “è una promessa o una minaccia. Vorrei che fosse una promessa perché c’è bisogno di un ripensamento del sistema”. Riguardo il part-time per gli over 60 contenuto nella Legge di stabilità, per il Segretario generale della Cgil, “non ha nulla a che vedere con una risoluzione strutturale del problema”. “Se si pensa che passi da qui la strada attraverso cui si mette mano alle infinite ingiustizie della legge Fornero allora proprio non ci siamo capiti”, ha aggiunto.

Eliminare privilegi e vitalizi. Sembra questa la priorità per Scelta Civica. Andrea Mazziotti, che fa parte del partito, spiega infatti che quando si parla di pensioni ci si dimentica che ci sono dei trattamenti che andrebbero toccati per azzerare le ingiustizie. “La politica deve smettere di proteggere, con scuse di ogni tipo, a partire dall’uso distorto dei diritti acquisiti, un sistema pensionistico pieno di ingiustizie e privilegi”, spiega il Presidente della commissione Affari costituzionali della Camera, aggiungendo che dal 18 gennaio inizieranno le audizioni sulle proposte di legge in materia di vitalizi. Sul tema Mazziotti ha presentato un proposta di legge costituzionale, per intervenire sull’articolo 38 in modo che si possa arrivare a un riequilibrio del sistema.

I cambiamenti che sta portando il passaggio dal calcolo retributivo a quello contributivo della pensione richiede anche una modifica dei propri comportamenti, per riuscire a costruirsi un futuro previdenziale e non essere quindi totalmente in balia delle riforme legislative. Questo è lo spirito con Marco lo Conte, su Il Sole 24 Ore, spiega “i sei passi per una pensione adeguata”. Il primo di questi passi consiste nel verificare periodicamente che il proprio datore di lavoro abbia effettivamente versato i contributi pensionistici. Il secondo è cercare di ottenere una stima della propria rendita futura, grazie anche ai simulatori come quello dell’Inps. Il terzo è valutare, in base alla stima dell’importo dell’importo che si riceverà, se aderire a un fondo pensione. In questo senso vale la pena sottolineare che chi aderisce da giovane con il Tfr può aggiungere alla propria rendita un ulteriore 15-20% del suo ultimo stipendio. 

Il quarto passo consiste nel valutare anche le imposte che gravano sugli strumenti su cui si sceglie di investire per la propria tranquillità futura (i fondi pensione sembrano avere una tassazione inferiore agli altri). Il quinto ricorda di valutare se è possibile “disinvestire” una parte di quanto messo da parte per la pensione nel caso si abbia un’urgenza durante la propria vita lavorativa. L’ultimo passaggio riguarda la scelta del tipo di integrazione da avere a disposizione una volta in pensione: un vitalizio pieno o reversibile (ma meno corposo)?