Il Consiglio dei ministri di ieri ha approvato la nomina, proposta dal ministro del Lavoro Giuliano Poletti, di Tito Boeri alla presidenza dell’Inps. Da giorni ormai si sapeva che il professore, in passato consulente di Fmi, Ocse e Banca mondiale, avrebbe preso la guida dell’Istituto nazionale di previdenza sociale. E di certo non si troverà di fronte a un compito facile. È infatti dalla riforma Fornero, che ha accorpato Inpdap e Inps, che su quest’ultimo aleggiano voci di conti in rosso e forte indebitamento. Boeri sarà quindi chiamato a dare rassicurazioni. Inoltre, sempre dall’ultima riforma delle pensioni si sono succedute voci di una sua revisione, per introdurre più flessibilità del sistema. Vedremo quale linea avrà in merito Boeri, tenuto conto che lo stesso ministro Poletti si è detto favorevole quanto meno all’ipotesi del “prestito pensionistico”. Quel che si sa del nuovo Presidente dell’Inps è che non ha mai nascosto il suo favore a soluzioni atte a rivedere le pensioni calcolate con il sistema retributivo, in modo da parametrarle al nuovo sistema contributivo e a “decurtare” una parte degli assegni pensionistici. La soluzione non sarebbe di facile applicazione, anche perché si andrebbero a toccare dei “diritti acquisiti”. Un’ipotesi potrebbe essere quella di applicare il ricalcolo solo alle pensioni più elevate, ma resta da vedere se una tale soluzione non rischia di incorrere in una bocciatura della Corte Costituzionale, come avvenuto con il taglio delle pensioni d’oro varato dal Governo Monti.



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