L’Inps ha continuato ad accogliere le domande per Opzione donna anche dopo il 31 dicembre, in attesa di un parere del ministero del Lavoro. E ora, dopo settimane di attesa, la situazione potrebbe sbloccarsi per quelle donne che, raggiunti i 57 anni di età e i 35 di contributi, sperano di poter andare in pensione con il sistema contributivo. L’Opzione donna, introdotta dal Governo Berlusconi nel 2004 in via sperimentale fino al 31 dicembre 2015, ha l’anno scorso fatto nascere un piccolo caso, in quanto l’Inps, in considerazione della finestra mobile esistente tra il momento della presentazione della domanda di pensionamento e l’effettiva erogazione dell’assegno previdenziale, aveva stabilito che le domande dovessero essere presentate entro il 31 dicembre 2014. Contro questa interpretazione sono state persino approvate mozioni parlamentari, cosa che ha portato l’Inps a scegliere di accogliere ancora le domande in attesa di direttive dal ministero del Lavoro. Che ancora però non sono arrivate. 



E così il Comitato Opzione donna, sorto su Facebook e che conta circa 2.300 membri, ha deciso di promuovere una class action da depositare presso il Tar del Lazio entro il prossimo 31 marzo. Sulla pagina del gruppo (raggiungibile cliccando qui) è possibile trovare le istruzioni e il modulo per aderire alla class action.



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