“Sono gasatissimo dai progetti di Marchionne”, Fiat “fino a 10 anni fa era considerata cotta e decotta, poi però si è comprata una delle principali realtà automobilistiche americane”. Queste le parole di Matteo Renzi ieri a Torino – in visita allo stabilimento di Mirafiori di Fca. “Siamo un Paese manifatturiero, secondo alla Germania – ha aggiunto il Premier – ma li riprenderemo”.
La giornata torinese di Matteo Renzi è partita dal Centro Stile di Fca: il Premier, assieme al presidente gruppo John Elkann e all’amministratore delegato Sergio Marchionne, ha visto in anteprima i modelli che stanno per arrivare sul mercato, in particolare la Maserati Levante, il primo Suv del marchio del Tridente. Poi Renzi ha visitato lo stabilimento di Mirafiori, dove è in corso l’attrezzamento delle linee di montaggio della Levante.
“Renzi oggi tocca con mano quello che nel 2012 dubitò. Senza i nostri accordi Marchionne non avrebbe investito”. È questa in sintesi la posizione di Ferdinando Uliano, segretario nazionale della Fim-Cisl. “Renzi restituisce a Marchionne il favore per lo spot che il manager ha riservato al Jobs Act, in seguito alle assunzioni a Melfi”, dice invece Federico Bellono, segretario torinese della Fiom.
Ecco il “caso Fiat 2.0”: l’attore protagonista non è più Marchionne, è Matteo Renzi. Dietro queste dichiarazioni – paradossalmente, ma neanche tanto, hanno ragione tutti – in realtà sta succedendo qualcosa di molto importante: Renzi porta a casa una riforma che piace a Marchionne che gli fa da cassa di risonanza per gli investitori stranieri. Ma non finisce qui. Marchionne sa bene che il governo di Matteo Renzi è intenzionato a portare avanti la proposta di legge sulla rappresentanza, che è ciò che il manager italo-canadese invoca dal luglio 2013, dopo la celebre sentenza della Consulta (23 luglio) che – di fatto – apre un vuoto normativo colmato solo in parte dall’accordo interconfederale del gennaio 2014.
Ecco fondamentalmente perché Renzi è diventato per Marchionne, “da sindaco mediocre”, l’uomo del cambiamento. Renzi sta conducendo la stessa battaglia che Marchionne ha condotto per anni, certamente con molta più possibilità di vincerla. Il sindacato oggi pare davvero soffrire l’iniziativa del giovane Premier.
Nel frattempo, al 31 dicembre 2014, si registra un calo del 20% della cig (lo si apprende sia da fonti aziendali che sindacali). Buone notizie quindi per Fca e per il lavoro. Ma gli italiani preferiscono il teatrino.
In collaborazione con www.think-in.it