Nello speciale dedicato alle pensioni, il CorrierEconomia è andato anche a spulciare i dati Istat 2013 per andare a scoprire che Ascoli Piceno e Nuoro sono le province dove c’è la maggior aspettativa di vita per chi ha 65 anni. In pratica i pensionati di queste zone hanno più possibilità di “godersi” più a lungo gli assegni pensionistici. A livello di regioni, per gli uomini c’è più longevità in Toscana, Emilia Romagna e Marche, mentre per le donne è la Sardegna la regione migliore.



Se gli esodati oggi rappresentano un’emergenza sociale e il “fallimento” della riforma Fornero delle pensioni, domani la situazione potrebbe essere ancora più grave. Le elaborazioni di Progetica per CorrierEconomia mostrano infatti che per un trentenne di oggi interrompere forzatamente il lavoro a 50 anni significherà avere una riduzione delle pensione intorno al 20%. Se, come visto, gli assegni saranno già bassi, per gli esodati del futuro rischiano di essere davvero inconsistenti.



Un nuovo allarme per le pensioni arriva oggi da CorrierEconomia. L’inserto economico del giornale di via Solferino ha infatti pubblicato alcune proiezioni della società di consulenza Progetica, che mostrano come per chi andrà in pensione negli anni futuri gli assegni potrebbero essere molti magri, specie se hanno cominciato a lavorare dopo il 1995. In pratica per coloro che non riusciranno ad avere 40 o più anni di contributi, cosa non rara visto che non di rado si avranno degli anni di “buchi” contributivi, e lavorano con un reddito intorno ai mille euro, la pensione sarà inferiore a 500 euro al mese. Inoltre, aver cominciato a lavorare dopo il 1995 implica la totale applicazione del sistema contributivo che non prevede l’integrazione al minimo. In buona sostanza, si potrà arrivare ad avere una pensione inferiore alla minima. Vediamo nel dettaglio alcuni risultati delle simulazioni di Progetica: un trentenne che ha appena cominciato a lavorare con un reddito netto di 1.000 euro al mese, a 65 anni e 9 mesi, se non avrà aumentato il suo reddito ma se riuscirà a non avere buchi contributivi, avrà una pensione di 514 euro. Se attenderà i 69 anni l’assegno potrà arrivare a 600 euro. Molto poi dipenderà anche dall’andamento del Pil: se tornerà a crescere saranno più alti anche gli assegni. 

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