Mentre si discute di come introdurre un meccanismo di flessibilità nel sistema previdenziale, nel fine settimana il Presidente del Psi, Riccardo Mancini, propone di tassare maggiormente il gioco d’azzardo e i concessionari di slot machine in modo da reperire risorse per aumentare gli importi delle pensioni minime.



Sembra non esserci pace per l’Inps. Dopo la class action per l’Opzione donna, ora arrivano anche delle cause intentate da alcuni lavoratori di emittenti televisive. Il tutto deriva dalla riforma con cui il Governo Monti non solo ha cambiato il sistema previdenziale, ma ha anche creato il super-Inps, facendovi confluire, tra gli altri, l’Enpals (l’Ente nazionale di previdenza e assistenza per i lavoratori dello spettacolo). Il Fatto Quotidiano riferisce infatti che oltre 50 lavoratori dello spettacolo (tra cui dipendenti di Rti e Telelombardia) hanno fatto causa all’Inps. Questo perché per i lavoratori del settore il computo dei contributi è particolare ed è su base giornaliera e non settimanale. In alcuni casi, per maturare un’annualità di contribuzione possono bastare anche 120 giorni. Quindi, chi ha lavorato in modo continuativo per un’emittente tv potrebbe anche aver maturato più anni di contributi di quel che crede.



Proprio chiedendo chiarimenti in merito all’Inps (dato che ormai l’Enpals non esiste più), i lavoratori hanno avuto risposte poco chiare o contraddittorie. In particolare, per quel che riguarda l’indicazione della finestra utile per andare in pensione. I lavoratori si sono quindi rivolti ai giudici. Le cause sono in corso davanti ai tribunali del lavoro di Milano, Monza, Como, Bergamo, Pavia, Varese, Busto Arsizio e Piacenza. A promuoverle è stato il sindacato Slai Cobas, in collaborazione con i rappresentanti sindacali di Videotime (gruppo Mediaset) Paolo Casamassima e Mario Siringo. Le cause saranno molto importanti non solo per i lavoratori che le hanno promosse, ma anche per tutti quelli che sono alle dipendenze di un’emittente tv. Si spera che possano avere una certezza in più sul loro futuro previdenziale.

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