Il 19 marzo del 2002 veniva barbaramente ucciso davanti alla porta di casa, in quel di Bologna, il professor Marco Biagi. Il giuslavorista bolognese trovò, quindi, la morte, come prima di lui Tarantelli e D’Antona solo per citare alcuni “martiri” del, nuovo e vecchio, terrorismo, sotto i colpi della ferocia brigatista. La sua “colpa” era stata quella di aver, con le proprie idee riformiste, collaborato, in particolare con la stesura di un innovativo libro bianco, con il governo per cambiare le regole del nostro mercato del lavoro con la speranza di farlo divenire maggiormente efficace e moderno.



Domani per ricordarlo, a 13 anni dalla sua scomparsa, si terranno vari incontri di studio e riflessione in tutta Italia. Tra questi merita certamente una citazione il convegno organizzato a Roma dal ministero del Lavoro, l’Associazione Amici di Marco Biagi, presieduta dal presidente della Commissione Lavoro del Senato ed ex Ministro Maurizio Sacconi, e Adapt, l’associazione senza fini di lucro, fondata proprio dal prof. Biagi nel 2000, per promuovere, in un’ottica internazionale e comparata, studi e ricerche di lavoro.



Quest’anno il tema scelto, particolarmente stimolante, è quello della grande trasformazione del lavoro nella contrattazione collettiva. In questa prospettiva sarà, infatti, presentato anche il 1° Rapporto Adapt sulla contrattazione collettiva in Italia. L’occasione sarà, tuttavia, particolarmente interessante per riflettere, in questo contesto, su un nuovo e diverso ruolo delle Parti sociali e come queste possano accompagnare e facilitare i processi di trasformazione in atto nel mondo del lavoro.

La presenza, inoltre, del Ministro Poletti, emiliano peraltro come il professore, permetterà anche di collegare questa riflessione alle specifiche dinamiche del Jobs Act e alle questioni, molte ancora irrisolte, che questo apre e rispetto alle quali sarebbe auspicabile un maggiore coinvolgimento di Parti sociali riformiste e capaci di accompagnare questi processi, per molti aspetti storici, di trasformazione delle regole del nostro mercato del lavoro e del Paese.



Gli amici del professor Biagi ci potranno, quindi, raccontare cosa, probabilmente, questi avrebbe pensato dell’impianto complessivo delle riforme dell’esecutivo Renzi e se, secondo la sua visione del diritto e della società, le scelte adottate saranno adeguate per imporre quella #svoltabuona al nostro mercato del lavoro, che il giuslavorista bolognese riteneva il peggiore al mondo, e se questa riforma sarà in grado di renderlo, finalmente, europeo, efficiente e moderno.

In collaborazione con www.amicimarcobiagi.com

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