Otto disegni di legge al vaglio della commissione Lavoro della Camera dei Deputati per risolvere le questioni rimaste aperte per quanto riguarda il nodo pensioni. L’idea in primo luogo è quella di reintrodurre la flessibilità, dopo che la riforma Fornero nel 2011 aveva fissato dei paletti piuttosto severi e rigorosi. Inoltre, sarebbero emersi alcuni aspetti penalizzanti per le donne che la commissione si propone di superare. Ne abbiamo parlato con Walter Rizzetto, deputato del gruppo Alternativa libera formato da fuoriusciti dall’M5S e membro della commissione Lavoro.
Partiamo dal ddl Damiano. Lei che cosa ne pensa?
Il ddl Damiano non è l’unica proposta, su questo tema sono stati presentati altri sette o otto disegni di legge. La proposta di Damiano va nel senso di una flessibilità abbastanza ampia. Personalmente sono convinto che non ci debbano essere particolari penalizzazioni per quanti vanno in pensione. Studieremo la tabella che il presidente Cesare Damiano ci ha inoltrato come proposta di legge principe.
Su quali altre proposte lavorerete?
Alternativa libera, il gruppo che rappresento, preparerà a sua volta un ddl. In questi giorni in commissione si è aperto il dibattito e cercheremo di valutare tutte le proposte. Ci sono molte categorie che non sono prese in considerazione, tra cui gli autonomi, gli edili e gli insegnanti, ma che devono essere assolutamente coperte. È indubbio che non riusciremo a portare a termine questo tipo di percorso in modo autonomo, perché il governo vorrà mettere il suo cappello sulla riforma delle pensioni attraverso la Legge di stabilità di fine anno.
Uno dei problemi emersi è che le donne sarebbero penalizzate rispetto alle pensioni. Può spiegare meglio in che senso?
Storicamente le donne sono quelle che hanno avuto maggiori problemi rispetto alle pensioni, perché l’uomo andava a lavorare e la donna doveva occuparsi anche di altro. In seguito alla manovra Fornero, le donne per esempio non vanno più a cumulare come contributi pensionistici i permessi per quanto riguarda le visite e l’accudimento di familiari o parenti disabili. Si trovano così con un buco contributivo di mesi, se non di anni, e quindi devono continuare a lavorare per coprirlo. Chi deve andare in pensione va posto allo stesso livello, a prescindere dal fatto che si tratti di uomini o donne. Il problema della disuguaglianza è stato sollevato proprio perché non è stato ancora risolto.
La soluzione è l’estensione dell’Opzione Donna fino al 2018?
Potrebbe essere una soluzione temporanea, anche perché altre soluzioni non le vedo.
In che cosa consiste l’indagine conoscitiva avviata dalla commissione?
L’indagine conoscitiva consiste nel fatto che per fare qualsiasi tipo di passaggio in commissione abbiamo bisogno di due elementi fondamentali: i feedback dell’Inps e quelli della Ragioneria di Stato in termini di coperture e di finanziamenti. Senza Inps e Ragioneria di Stato non si fa assolutamente nulla. Quelle di cui si sta discutendo sono misure che costano, la stessa flessibilità sulla base del disegno di legge presentato da Damiano e da altri commissari ha bisogno di coperture.
E quindi?
Quindi l’indagine conoscitiva va necessariamente in quel senso, ovvero conoscere un certo tipo di situazione ma soprattutto cercare dati e numeri certi per trovare le coperture. Noi possiamo fare il lavoro più ampio possibile, ma senza coperture e senza dati non riusciremmo a portare a casa nessun risultato. L’indagine conoscitiva va dunque in quel senso: prima i dati e i numeri, e poi cercare le soluzioni.
Quali saranno i prossimi passi verso l’approvazione del testo da parte della commissione?
Prima dell’approvazione della Legge di stabilità a fine anno non succederà nulla. Sarà difficile che il governo lasci gestire questo passaggio in autonomia da parte del Parlamento. In commissione abbiamo avviato la discussione rispetto a questo tipo di provvedimenti e a queste proposte di legge che sono state presentate. Sarà un cammino abbastanza lungo, nel senso che non si chiuderà in qualche mese, ma andrà a sfociare in un provvedimento in seno alla prossima legge di stabilità.
(Pietro Vernizzi)