Di riforma delle pensioni si parla da tempo e ora c’è anche una proposta di Maria Luisa Gnecchi, deputato del Pd e membro della commissione Lavoro alla Camera, per venire incontro alle donne che vogliono andare in pensione. La riforma Fornero ha introdotto criteri più rigorosi del passato, adeguandosi tra l’altro alla direttiva Ue che impone che uomini e donne vadano in pensione alla stessa età. Anche se in realtà esistono ancora molte differenze di genere, in quanto le donne restano a casa dal lavoro per la maternità e spesso anche per curare i parenti anziani e malati, e quindi finiscono per maturare meno contributi. Abbiamo chiesto all’onorevole Gnecchi di illustrarci la sua proposta.



I 62 anni di età e i 35 anni di contributi di cui si sta discutendo in commissione sono la soluzione migliore per le donne?

No, perché sono poche le donne che arrivano a 35 anni di contributi. Le donne in passato si ritiravano quasi sempre dal lavoro con la pensione di vecchiaia, che fino al 31 dicembre 2011 era di 60 anni. Poi il ministro Fornero l’ha innalzata di due anni in una notte. Nella realtà poiché nessuna donna compie due anni in una notte, tutte si sono trovate a dover aspettare almeno quattro anni. È stata una riforma giocata interamente contro le donne. Tutta la scorsa legislatura del resto è stata caratterizzata dal fatto di essere contro le donne.



In che senso con la riforma del 2011 le donne vanno in pensione quattro anni più tardi?

Con la legge Fornero, una donna nata nel gennaio 1952 può andare in pensione a 63 anni e 9 mesi nell’ottobre 2015. Se è nata nell’aprile 1952 può andare in pensione a 65 anni e 7 mesi a dicembre 2017, mentre se è nata nel giugno 1952 può andare in pensione a 66 anni e 11 mesi a giugno 2019. Quindi basta essere di cinque mesi più giovane per andare in pensione quasi quattro anni dopo.

Perché la commissione di cui lei fa parte ha proposto un’indagine conoscitiva proprio su questo tema?

L’indagine conoscitiva è uno strumento, che noi riteniamo indispensabile, per dimostrare che i prossimi soldi che si troveranno dovranno essere utilizzati per le pensioni e in particolare per le donne.



Che cosa ne pensa della possibile estensione dell’Opzione Donna al 2018?

L’Opzione Donna è una possibile soluzione, ma garantisce solo la pensione contributiva. Inoltre, anche in questo caso sono previsti 35 anni di contributi che difficilmente le donne raggiungono.

 

Perché le donne difficilmente arrivano a 35 anni di contributi e di solito si ritirano dal lavoro con la pensione di vecchiaia?

Perché purtroppo tutti i lavori di cura e tutti gli impegni familiari sono ancora a carico delle donne. Mentre gli uomini riescono a lavorare con continuità, questo non accade per le donne: quando hanno figli rinunciano al lavoro, poi rientrano part-time, magari impiegano due o tre anni per ritrovarlo. Tutto ciò determina una situazione di mancanza di contributi. La conseguenza è che due terzi degli uomini vanno in pensione di anzianità e due terzi delle donne vanno in pensione di vecchiaia.

 

Qual è quindi la sua proposta?

Lo scorso 10 dicembre ho presentato un disegno di legge che prevede di ripristinare la gradualità nell’aumento dell’età pensionabile per le donne. In pratica l’anzianità richiesta per andare in pensione dovrebbe essere di 63 anni fino al 30 giugno 2016, 64 anni dal 1 luglio 2016 al 31 dicembre 2017 e 65 anni dal 1 gennaio 2018. Ho proposto inoltre di perfezionare le specifiche misure compensative, prevedendo due anni di anticipo sull’età pensionabile per ogni figlio o anni di cura fino a un massimo di cinque anni di anticipo. Infine, ho chiesto di abolire la legge Fornero che prevede la pensione a 70 anni qualora l’importo non superi di una volta e mezza l’assegno sociale.

 

Quali saranno i prossimi passi in commissione verso l’approvazione di un nuovo testo?

Noi ci aspettiamo che il ministro del Lavoro, Giuliano Poletti, venga in commissione per permetterci un confronto con le sue idee e con le possibilità in termini di risorse oggettive, che rappresentano il vero problema.

 

(Pietro Vernizzi)