Solo dopo la controfirma da parte del Presidente della Repubblica Mattarella, di ritorno dalla Germania, del decreto in materia di contratto a tutele crescenti, e la sua pubblicazione in Gazzetta Ufficiale, il Jobs Act inizierà a prendere concretamente forma. La riforma renziana del mercato de lavoro, tuttavia, oltre che sugli aspetti più prettamente contrattuali (il cuore della discussione finora) si propone di ridefinire il sistema istituzionale del lavoro nel nostro Paese a partire da una riflessione e un ripensamento delle funzioni dell’Inps. In particolare, questo avverrà in materia di attività ispettiva e, con una maggiore innovazione, di gestione delle politiche attive del lavoro.



La legge delega, infatti, prevede un’opera di razionalizzazione e semplificazione dell’attività ispettiva che passa, prima di tutto con più stringenti misure di coordinamento, attraverso l’istituzione, si precisa senza nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica e con le risorse umane, strumentali e finanziarie disponibili a legislazione vigente, di un’ Agenzia unica per le ispezioni del lavoro, tramite l’integrazione in un’unica struttura dei servizi ispettivi già esistenti del ministero del Lavoro e delle politiche sociali, dell’Inps e dell’Inail. A questo si dovrà affiancare, inoltre, la previsione di nuovi strumenti e forme di coordinamento con i servizi ispettivi delle aziende sanitarie locali e delle agenzie regionali per la protezione ambientale.



Per quanto riguarda le politiche attive del lavoro la stessa legge stabilisce che dovranno essere definiti meccanismi di raccordo e di coordinamento delle funzioni tra la nuova Agenzia nazionale per l’occupazione, ancora da costituirsi, e l’Inps, sia a livello centrale che a territoriale, al fine di tendere a una maggiore, e per troppi anni solamente auspicata, integrazione delle politiche attive e delle politiche di sostegno del reddito.

Si delinea, quindi, alla fine del percorso, un nuovo Super-Inps chiamato, ancor più che nel recente passato, a giocare un ruolo di player fondamentale per lo sviluppo di nuove, e si spera più efficienti, politiche del lavoro, nonché a monitorare, sotto l’aspetto ispettivo, la corretta implementazione di quanto previsto dal Jobs Act.



Una sfida, questa, per molti aspetti storica, che è stata affidata al nuovo presidente dell’Istituto, nominato dopo un breve commissariamento di Tiziano Treu, il professor Tito Boeri che, su questi temi, molto ha scritto in questi anni sul sito lavoce.info da lui fondato. È tempo, quindi, che alle parole, seguano, ci si auspica, i fatti.

 

In collaborazione con www.amicimarcobiagi.com

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