Mentre si attende la pronuncia della Corte Costituzionale sul blocco dell’indicizzazione delle pensioni al costo della vita, Matteo Salvini promette battaglia su un’altra decisione della Consulta. A inizio anno, infatti, i giudici avevano ritenuto inammissibile il referendum sulla riforma Fornero prestato dalla Lega Nord. Il leader del Carroccio ha detto che un pool di avvocati sta preparando un ricorso alla Corte di Giustizia europea contro la sentenza. Vedremo se l’atto verrà effettivamente presentato a Strasburgo e in quali tempi.
In attesa di capire quale sarà la riforma delle pensioni promessa dal ministro Poletti, domani 10 marzo sarà una giornata importante per molti pensionati. La Corte Costituzionale dovrà infatti decidere se le pensioni superiori a tre volte la minima dovranno essere o meno oggetto di adeguamento al tasso di inflazione. Si ricorda infatti che dal gennaio 2012, per scelta del Governo Monti, era stato congelato tale indicizzazione, salvo che per gli assegni più bassi. Dal 2014, invece, la perequazione avviene parzialmente (visto che non è stata varata per tutti gli importi). Se la Consulta dovesse ritenere incostituzionale il “congelamento” che c’è stato finora potrebbero esserci due conseguenze: il ritorno alla perequazione per tutti solamente dalla data della sentenza oppure con effetto retroattivo. Questa seconda opzione comporterebbe ovviamente un esborso di risorse da parte dello Stato ed è quindi difficile che si realizzi. Non va poi dimenticato che la Corte potrebbe anche decidere per la costituzionalità dei provvedimenti, anche se gli esperti sembrano ritenere difficile una pronuncia in tale direzione.