«Tassiamo le pensioni al di sopra dei 3mila euro netti per sostenere anziani poveri ed esodati. La priorità è aiutare chi si trova in situazioni di povertà assoluta, a prescindere dall’età». Lo afferma Annamaria Parente, senatrice del Pd e membro della commissione Lavoro, in linea con una parte delle proposte avanzate dal presidente Inps, Tito Boeri, secondo cui le pensioni più ricche andrebbero sottoposte a prelievo fiscale per aiutare le persione con più di 55 anni rimaste senza un lavoro.
Che cosa ne pensa della proposta di Boeri di pagare tutte le prestazioni Inps il primo del mese?
Sono d’accordo con lui, perché è una proposta che può aiutare le fasce più deboli. In questo modo si va incontro alle esigenze dei pensionati più poveri e si razionalizza il servizio. Alcuni pensionati magari ricevono due assegni in due giorni diversi: unificando il giorno del versamento rendiamo la vita più facile a tutti e si aumenta la trasparenza.
La seconda idea di Boeri è quella di introdurre un reddito minimo garantito per gli over 55 che restano senza lavoro. Lei è favorevole?
Nella commissione del Senato presidio un gruppo di lavoro sugli esodati, con l’obiettivo di capire quanti ne restano da salvaguardare e quali soluzioni adottare per le persone vicine alla pensione ma che non sono esodati. Stiamo valutando la situazione per formulare le proposte più adeguate al problema.
Che cosa ne pensa delle critiche mosse da Boeri alle salvaguardie degli esodati, in quanto secondo il presidente Inps non risolverebbero il problema alla radice?
Noi siamo alla sesta salvaguardia, la Camera è già partita con la settima. Sul sito del Senato abbiamo pubblicato un questionario per approfondire il tema e capire quali proposte fare per chi è vicino alla pensione ma non si può considerare esodato.
Quante risposte avete avuto per quanto riguarda il questionario?
Abbiamo avuto circa 300 risposte nei primi due giorni.
Quali altri provvedimenti state studiando?
Nella commissione Lavoro a Palazzo Madama stiamo discutendo sul reddito minimo garantito, con un provvedimento del quale sono la relatrice. Piuttosto che limitarlo alle persone tra i 55 e i 65 anni, sarebbe più utile prevedere una misura di contrasto alla povertà assoluta a prescindere dall’età.
Lei che cosa ne pensa di una tassa sulle pensioni più alte per finanziare il reddito minimo?
Può essere una misura di redistribuzione, ma dipende dal tetto che mettiamo.
Lei il tetto dove lo fisserebbe?
Sui 3mila euro netti.
Nella Legge di stabilità dovrebbe essere introdotto il bonus per gli incapienti, ma i pensionati saranno esclusi ancora una volta. Per quale motivo?
In primo luogo bisogna chiarire che il bonus da 80 euro è uno sgravio fiscale calcolato sull’Irpef e quindi di tratta di una riduzione delle tasse sul lavoro. Ridurre le tasse sul lavoro di imprese e lavoratori è una politica attuata dal governo che io condivido, e che va perseguita e aumentata. Proprio perché si tratta di una riduzione sull’Irpef, non ritengo però che il bonus vada esteso agli incapienti, in quanto così rischiamo di confondere misure diverse. Per gli incapienti va fatto piuttosto un discorso relativo al reddito minimo.
Il tesoretto andrebbe utilizzato per pensionati e incapienti?
Personalmente lo utilizzerei per misure a favore di chi è in povertà assoluta, che modellerei con un misto di sostegno al reddito e servizi.
(Pietro Vernizzi)