«Prima di occuparsi della politica previdenziale, che è di competenza del ministro Poletti, Tito Boeri dovrebbe occuparsi di fare funzionare l’Inps». Lo afferma Giuseppe Pennisi, consigliere del Cnel e professore all’Università Europea di Roma e alla Unilink. Il presidente Inps ha proposto di tassare le pensioni più elevate per introdurre un reddito di cittadinanza per gli ultra 55enni che perdono il lavoro. Una proposta che non ha mancato di riscuotere consensi ma anche di sollevare diverse critiche.



Quale soluzione è possibile trovare per gli ultra 55enni che perdono il lavoro?

Ci vorrebbe un sistema di pensionamento flessibile. Se uno va in pensione prima significa che ha pagato minori contributi, e quindi è giusto che riceva un assegno più basso. Basterebbe prevedere una base minima di età e contributi al di sotto della quale non si va in pensione: la mia proposta è 55 anni di età e 15 anni di contributi. A quel punto si calcola l’entità dell’assegno sulla base dei contributi versati. In questo modo non c’è nessuna necessità di prevedere un reddito di cittadinanza, perché se un 55enne rimane senza lavoro va in pensione e incassa l’assegno in proporzione ai contributi versati, sia anche soltanto di 300 o 400 euro al mese.



Ritiene che la possibilità di andare in pensione vada anticipata a 50 anni di età?

No, io fisserei l’asticella a 55 anni o anche a 60 anni.

Un 55enne che perde il lavoro come fa a vivere?

Per un 55enne che perde il lavoro ci sono istituti come l’indennità di mobilità lunga che potrebbe arrivare fino a sette anni, in modo da accompagnare una persona fino alla pensione a 62 anni. E se una persona ha versato poco riceverà una pensione bassa. Altrimenti mettiamo tutto sulle spalle delle nuove generazioni, o di quelli che stanno nascendo adesso.

La proposta di Boeri però è quella di tassare le pensioni più alte…



Chi prende 2.500 euro al mese riceve una pensione bassa e non possiamo certo tassarlo. Anche perché la Consulta ha già detto due volte che si tratta di una misura incostituzionale. Il governo deve tassare tutti i redditi, non può fare distinzione tra quelli che provengono da pensione, lavoro o capitale, perché è una differenza che non esiste in nessun Paese al mondo. La stessa Convenzione europea sui diritti dell’uomo non consente un’operazione di questo tipo, in quanto i pensionati non possono essere discriminati.

 

Il bonus da 80 euro andrebbe estero ai pensionati?

Il bonus da 80 euro è una presa in giro e una trovata elettorale di basso livello. In una famiglia dove ci sono due redditi medio-bassi diventa pari a 160 euro, mentre c’è tutta una serie di categorie che ne sono escluse perché non sono lavoratori dipendenti. Estendere questa misura a lavoratori autonomi e colf comporterebbe dei costi amministrativi enormi. È più semplice abbassare l’aliquota fiscale, o meglio ancora elevare la no tax area e non fare pagare loro le tasse.

 

(Pietro Vernizzi)