Anche gli esodati criticano Tito Boeri dopo le sue dichiarazioni su una riforma delle pensioni pere dare una sorta di reddito minimo agli over 55 che restano senza lavoro. Il Presidente dell’Inps aveva anche detto che nel sistema di salvaguardia degli esodati, a suo modo di vedere, c’è qualcosa che non va. Questo perché le persone che ne usufruiscono sono meno di quelle preventivate. Il comitato esodati romani, in particolare, evidenzia che questo è dovuto al fatto che ci sono troppi paletti che impediscono ad alcuni esodati di usufruire della salvaguardia.
Anche il capogruppo alla Camera di Forza Italia, Renato Brunetta, boccia le proposte di Tito Boeri, Presidente dell’Inps, che comporterebbero una revisione delle pensioni in essere. Per l’ex ministro, un uomo non può decidere da solo di cambiare le regole del sistema, peraltro con soluzioni che al momento paiono vaghe e non prive di criticità. Per Brunetta, l’intento di Boeri per quel che riguarda la situazione degli over-55 che si ritrovano senza lavoro e lontani dalla pensione è quella di portare l’Inps a farsi carico di nuovi prepensionamenti.
Maurizio Sacconi, Presidente della commissione Lavoro del Senato, boccia la proposta di Tito Boeri, neo Presidente dell’Inps, di un ricalcolo delle pensioni già erogate con il puro metodo contributivo. Per l’esponente di Ncd, il Governo dovrebbe lavorare al completamento della riforma Fornero, con l’adozione del contributivo pieno che porti alla piena totalizzazione senza oneri dei periodi contributivi e la flessibilità in uscita, oltre al detassamento di versamenti volontari con cui recuperare periodi di studio o di non lavoro.
Mentre si parla di riforma delle pensioni c’è ancora chi aspetta di avere notizie certe sul proprio futuro previdenziale. Si tratta del personale della scuola che rientra nella cosiddetta Quota 96, che sembrava poter avere giustizia col Governo Renzi (ricordiamo che per un errore del Governo Monti queste persone si sono ritrovati senza i requisiti necessari ad andare in pensione), ma è rimasto invece a “bocca asciutta”. Così una docente ha deciso di scrivere una lettera aperta a membri della commissione Cultura, scienze e Istruzione della Camera, dove è approdato da poco il ddl scuola. Un disegno di legge dove si parla di precari e della loro stabilizzazione, dei criteri di assunzione e dei poteri dei presidi, ma non di coloro che si ritrovano nella condizione dei “Quota 96”.
Per questo la docente, a nome del Comitato civico Quota 96, chiede che i deputati possano rimediare all’errore della riforma Fornero, con lo slogan “Se non ora quando?”, che coinvolge circa 300.000 persone. Del resto, il Governo si era impegnato a trovare una soluzione prima della fine della scorsa estate, ma poi non è intervenuto con alcun provvedimento in materia.