Giuliano Poletti torna a parlare della necessità di una riforma che introduca una flessibilità per il sistema previdenziale. Soprattutto per favorire i giovani. Intervenendo al Consiglio nazionale della Fabi, il ministro del Lavoro ha infatti detto che l’aumento dell’età pensionale è collegato con l’innalzamento della disoccupazione giovanile. Occorre quindi intervenire, anche con ammortizzatori sociali, per evitare di perdere una generazione. Vedremo se nelle prossime settimane sarà più chiaro il tipo di intervento che ha in mente il governo sul tema



La disuguaglianza tra i redditi aumenta quando si va in pensione. Lo scrive Il Sole 24 Ore di oggi, evidenziando i risultati di uno studio dal quale si desume che la disparità tra pensionati è più alta di quella dell’intera popolazione italiana. Un dato che deve senz’altro far riflettere il legislatore nel momento in cui ha annunciato che intende procedere a una riforma delle pensioni e che dovrà essere anche tenuto in considerazione quando si deciderà come utilizzare il “tesoretto” emerso dal Def 2015.



Il presidente della Commissione Lavoro alla Camera dei Deputati Cesare Damiano riapre il dibattito sulla riforma delle pensioni, rilanciando la proposta di introdurre quota 100 e criticando la possibile introduzione del reddito minimo per gli over 55, auspicata dal presidente dell’Inps Tito Boeri. Secondo Damiano l’introduzione del reddito minimo rappresenterebbe una misura puramente assistenziale che non risolverebbe il problema degli esodati e degli over 55 virtualmente esclusi dal mercato del lavoro e che potrebbe, inoltre, creare delle ingiustizie. Il deputato del Partito Democratico ha sottolineato in una nota come la misura non sia in grado di “flessibilizzare l’età pensionabile”, differentemente dalll’introduzione della quota 100 (intesa come somma tra anzianità lavorativa e anagrafica) per ottenere il diritto alla pensione, prevista in due distinti disegni di legge presentati in Commissione, su cui il deputato si attende un confronto con l’esecutivo. 

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